Il microbiolgo Andrea Crisanti ha affermato che non esistono dati scientifici sul ruolo delle scuole nei contagi Covid, “per questo motivo è necessario avviare una sperimentazione specifica in questo momento cruciale”. Terminate le vacanze natalizie, è momento per i ragazzi di tornare a scuola. Mentre la curva dei contagi torna a salire, cresce la preoccupazione che le scuole possano rappresentare un pericolo nella trasmissione del virus. Una situazione che si fa sempre più difficile da sostenere: da marzo 2020, quando l’emergenza sanitaria è scoppiata nel nostro paese, i giovani hanno pagato un prezzo altissimo. Lontani dai banchi di scuola, costretti a seguire la didattica a distanza in un momento in cui il contatto con i docenti e con i propri coetanei è fondamentale, bambini e ragazzi rischiano di subire dei contraccolpi notevoli per la loro istruzione. “Ancora oggi  – ha spiegato Crisanti a diversi quotidiani – non sappiamo quanto le scuole contribuiscano alla trasmissione del virus e questo penso sia inaccettabile”.



SCUOLA E  COVID, LA PROPOSTA DI ANDREA CRISANTI

Secondo il parere del microbiologo Andrea Crisanti, il Governo dovrebbe procedere selezionando all’interno del paese una zona gialla, una zona arancione e una zona rossa. All’interno di ciascuna di esse andrebbe individuate delle scuole da tenere aperte per due o tre settimane, in modo da studiare cosa succede. A quel punto ci sarebbe un campione statistico valido per effettuarle delle valutazioni sul ruolo della scuola nei contagi Covid e prendere delle decisioni. “Abbiamo assunto come un  dogma che dentro la scuola non ci sia trasmissione, ma in realtà non c’è nessuna evidenza scientifica a riguardo a riguardo – ha affermato il microbiologo – I dati non sono stati resi pubblici, non sono stati analizzati dalla comunità scientifica. La cosa paradossale è che in Italia abbiamo fior di matematici e fisici che sarebbero in grado di dare risposta a queste domande” . Crisanti è stato protagonista del contenimento della prima ondata nella Regione Veneto, di cui è stato consulente. Una voce autorevole, quindi. “Così è come procederei per valutare se riaprire le scuole – ha affermato – anche perché penso che andremo avanti con le zone gialle, arancioni e ancora per un bel po’”.

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