L’emergenza sanitaria che ha colpito il nostro paese e il mondo intero sta cambiando il volto della scuola. Per quanto tempo, non sappiamo. La chiusura delle scuole, prima in Lombardia, poi in tutta Italia, ha confinato nelle loro case quasi 9 milioni di studenti e un milione di insegnanti. Ad essi si aggiungono genitori e parenti. Quasi la metà della popolazione italiana è coinvolta nelle trasformazioni che stanno avvenendo nella scuola. E anche nelle università. Gli insegnanti sono stati improvvisamente gettati in una trincea che non conoscevano ancora. E se medici, infermieri e operatori sanitari formano la prima linea di questa che è come una “guerra” che stiamo tutti combattendo, gli insegnanti sono la parte principale della seconda linea, altrettanto importante ed essenziale.



Per molti studenti la scuola è ora il maggior canale culturale. Lo stanno utilizzando con grande passione e rigore. A loro e alle loro famiglie le scuole, i presidi, i direttori, gli insegnanti hanno rivolto messaggi, lettere e video per dimostrare vicinanza, senso di partecipazione, impegno a continuare nelle più gravi difficoltà. Molti si stanno muovendo per non subire la situazione, affrontandola con coraggio e cercando di stare costantemente “sul pezzo”. Con perseveranza, visti i tempi lunghi della crisi, e pure con creatività.



Anche l’Associazione Culturale Il Rischio Educativo, alle prime notizie della diffusione del contagio, ha sospeso tutte le sue attività pubbliche e ha invitato gli insegnanti che partecipano alle sue attività a osservare le disposizioni delle autorità pubbliche, stando a casa loro. Molti, da diverse settimane, sono isolati nelle loro abitazioni.

Ma non vogliamo che siano soli, nella loro attività di insegnamento e nella loro preoccupazione educativa. Soprattutto in questo momento, la scuola e l’educazione sono i pilastri di un popolo che vuole continuare a vivere e dare consistenza alla propria speranza.



Accogliendo, perciò, le richieste di molti colleghi e con grande spontaneità, abbiamo cominciato, da tre settimane, a lavorare insieme, grazie a piattaforme telematiche. Ciò ha colmato la “distanza” fisica, e sta generando una nuova “vicinanza”, dimensione costitutiva di ogni autentico soggetto educativo.

Le azioni che si stanno compiendo sono semplici ed essenziali, ma già tracciano il volto di un’esperienza condivisa.

1. Incontri settimanali di presidi delle scuole secondarie di primo e secondo grado, direttori di scuole primarie, di scuole dell’infanzia e dei nidi, come aiuto per “seguire” l’evolversi della situazione, per valutare criticamente i cambiamenti e i nuovi problemi, per decidere azioni comuni.

2. Corsi di formazione on line per la didattica a distanza.

3. Raccolta e condivisione di lezioni, video, materiali didattici prodotti da scuole e da singoli insegnanti.

4. Creazione di un gruppo di lavoro per la produzione di strumenti didattici a distanza.

5. Ristrutturazione del sito per la comunicazione e la condivisione di esperienze didattiche e di strumenti per l’insegnamento.

6. Collaborazione con altre associazioni, per sostenere l’autonomia scolastica e l’esistenza delle scuole paritarie nel nostro paese, gravemente compromessa dall’attuale crisi.

Nei prossimi giorni e nelle prossime settimane cercheremo di rafforzare quanto si è iniziato e anche di progettare nuove iniziative. Lo facciamo per il bene delle nostre scuole, ma anche per il bene della scuola italiana e siamo disposti a offrire ogni nostro sforzo e contributo affinché nessuno, in questo difficile momento, si senta solo nella difficile impresa di educare e di insegnare.

Associazione culturale Il Rischio Educativo

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