Le nuove regole sulla scuola, in relazione alla pandemia Covid, proposte dalle Regioni stanno facendo discutere. In caso di due studenti positivi in una classe, l’autosorveglianza scatterebbe per i ragazzi vaccinati, mentre per gli alunni non vaccinati scatterebbe la quarantena con la didattica a distanza e test Covid al termine dell’isolamento. Quarantena per tutti con tampone con un solo caso positivo, invece, nelle scuole dell’infanzia. La sottosegretaria all’Istruzione Barbara Floridia non ha nascosto la sua contrarietà, anzi l’ha espressa sui social: «Non si può pensare di discriminare i bambini, prevedendo per alcuni la dad e per altri la frequenza in presenza. Si continui ad investire risorse per la sicurezza, anzi si aumentino le risorse per la scuola, e si migliori il protocollo affinché sia più efficace. Ma le scuole devono restare aperte!».
Contraria anche Maddalena Gissi, segretaria di Cisl Scuola: «Ricordo con molta preoccupazione l’esperienza delle lezioni organizzate in parte in presenza e in parte a distanza. Un modello organizzativo che non ha mai garantito la qualità della proposta formativa. Chi segue in classe ha bisogno di tutta l’attenzione dell’insegnante. Chi invece è in Ddi ha tempi diversi e necessita di proposte più essenziali. Non si possono bloccare i bambini o gli studenti in quarantena per 5 ore davanti al pc».
“NO A DISCRIMINAZIONI SU VACCINO COVID”
«Essere considerati diversi in un percorso formativo che rischia l’iniquità» è per Maddalena Gissi un «un aspetto discriminante che farà più male agli alunni e alle famiglie». Col risultato di scontentare tutti: «I vaccinati responsabili non si sentiranno gratificati, gli altri non saranno comunque felici per l’isolamento». Senza sottovalutare il fatto che «i dirigenti scolastici, per motivi di privacy, non hanno la possibilità di conoscere lo status vaccinale degli alunni». Anche l’altro sottosegretario all’Istruzione, Rossano Sasso, si è espresso criticamente contro la proposta delle Regioni: «Preservare la didattica in presenza per i nostri studenti è sempre stata una priorità dell’attuale Governo. Un principio sacrosanto a cui dobbiamo tener fede anche per la seconda parte dell’anno scolastico». Considerando il fatto che la campagna vaccinale per i bambini è partita da poco, «inasprire i protocolli su contagi e quarantene ci esporrebbe al rischio di eccessive penalizzazioni». Quel che bisogna fare, invece, per Sasso è incrementare i livelli di sicurezza a scuola con dispositivi di areazione e ventilazione, mascherine e sistemi di tracciamento rafforzati.
COVID E SCUOLA, LE REGOLE AL VAGLIO
Molte scuole sono pronte a ripartire tra il 7 e il 10 gennaio, ma in alcune zone il rientro slitterà a causa dei contagi. Anche per questo il governo starebbe valutando nuove regole. La proposta delle Regioni troverebbe, secondo Tgcom24, molti punti d’intesa con l’esecutivo, motivo per il quale si pensa ad autosorveglianza di 5 giorni con test Covid a 10 per i vaccinati (o guariti negli ultimi tre mesi) e quarantena di 10 giorni con Dad (dove previsto) nel caso di due studenti positivi in classe. Invece con tre contagi in una sola classe, sarebbe l’Asl a valutare ulteriori provvedimenti, come la sospensione delle lezioni in classe. Nella scuola dell’infanzia, invece, resterebbe la quarantena di 10 giorni per tutti con tampone con un solo caso positivo. Si tratta di valutazioni che potrebbero essere discusse nel prossimo Consiglio dei ministri del 5 gennaio. Dopo l’obbligo vaccinale per il personale scolastico, si pensa all’uso delle mascherine FFP2. Intanto in Campania il governatore Vincenzo De Luca valuta l’ipotesi della chiusura delle scuole elementari in presenza per un mese per procedere con le vaccinazioni e la riapertura in sicurezza.