Nel suo discorso di insediamento, la Premier Meloni aveva rivendicato di conoscere abbastanza bene l’universo dell’impegno giovanile da lei ritenuto, a ragione, una palestra di vita meravigliosa, indipendentemente dalle idee politiche che si sceglie di difendere e promuovere. Nello stesso intervento aveva sottolineato come difficilmente riuscirà a non provare un moto di simpatia per coloro che sarebbero scesi, prima o poi, in piazza per contestare le politiche del Governo.



Rivendicava, insomma, in un racconto che sa di “vecchia” politica e militanza, di aver partecipato, e organizzato, tantissime manifestazioni, nella sua vita, e ritiene che quei momenti le abbiano insegnato molto più di quanto non  lo abbiano fatto molte altre cose.

In questo quadro la Premier sicuramente si immaginerà che, già nei prossimi giorni, tanti ragazzi scenderanno in campo per contrastare l’ennesima riforma della scuola voluta dal suo Governo. Non esiste, infatti, Governo che non intervenga in materia di istruzione, con tutto quello che ne discende, e non riceva in cambio le consuete, e oserei dire fisiologiche, contestazioni studentesche.



Tutto ciò parte dal fatto che il Consiglio dei ministri, su proposta del ministro dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara, ha approvato nei giorni scorsi un disegno di legge, ovviamente organico e innovativo per definizione, volto all’istituzione della filiera formativa tecnologico-professionale.

La nuova normativa istituisce, nel dettaglio, a decorrere dall’anno scolastico 2024/2025, una  filiera formativa tecnologico-professionale costituita dai percorsi sperimentali del secondo ciclo di istruzione, dai percorsi formativi degli ITS Academy, dai percorsi di istruzione e formazione professionale e da quelli di istruzione e formazione tecnica superiore a cui anche le Regioni potranno, per quanto di loro competenza, contribuire.



Si prevede, inoltre,  la creazione di un’unica offerta di istruzione e formazione, anche mediante la possibilità di costituire “campus” veri e propri, all’interno dei quali saranno, ovviamente, assicurati i passaggi orizzontali e verticali tra i diversi  percorsi aderenti a questa “rete” formativa.

Il Governo ha, quindi, previsto, con una rilevante innovazione, che questa nuova filiera formativa consenta il completamento del percorso di studi tecnico-professionali in quattro anni e che i ragazzi in possesso di un diploma professionale conseguito a seguito di un percorso di durata almeno quadriennale potranno iscriversi direttamente ai percorsi ITS Academy dopo una validazione dei titoli da parte di Invalsi. Gli studenti in possesso del diploma professionale conseguito a conclusione di un percorso di durata quadriennale avranno, quindi, la possibilità di sostenere l’esame di Stato senza nessun tipo di esame “preliminare”.

Le critiche di “classismo” e di una scuola professionale vista più al servizio delle imprese che dei ragazzi e delle famiglie sono, inevitabilmente, già arrivate e, come sopra premesso, arriveranno presto le contestazioni dei ragazzi.

Proprio per la sua storia c’è da immaginarsi che la Premier affronterà con la necessaria serenità le proteste. Allo stesso tempo, e per le stesse ragioni, sarebbe auspicabile che riuscisse ad aprire un canale di dialogo e di ascolto delle ragioni di chi manifesta “contro” il suo Governo e le sue proposte recependone magari  le  parti più costruttive nell’interesse dei giovani e, come direbbe lei, della Nazione.

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