Apparentemente il testo de L’intensità dell’istante (Youcanprint, 2023) si snoda attraversato da un ordine semplicemente cronologico: una raccolta di articoli scritti sul Giornale di Monza dal settembre 2022 all’agosto 2023, incentrati sui grandi momenti dell’anno – da feste a eventi significativi – che scandiscono un normale anno di vita. In realtà, il libro di don Simone Riva è capace di far rivivere “piccoli episodi che però non sono mai piccoli” in veri e propri kairoi, ovvero in “momenti favorevoli”, in “tempo opportuno” per provocare, interrogare, cercare il senso di fatti circoscritti e puntuali eppure dotati di significato che va oltre i singoli episodi accaduti.



La vita può essere interpretata in due modi: una ripetizione dell’identico e di fatti sconnessi tra loro, oppure la trama di una storia più grande di noi che si rivela strada facendo attraverso gli incontri e le situazioni che ci accadono. L’intensità dell’istante rappresenta l’affascinante itinerario educativo di un sacerdote nel quotidiano dialogo con le nuove generazioni e con il mondo adulto: nulla di costruito, solo il risuonare di voci, domande aperte, intuizioni che “toccano il cuore e la vita”, come ben annota don Alberto Cozzi nella sua bellissima prefazione. Il libro nasce dall’esperienza di chi ogni giorno è messo a contatto con giovani e adulti, per rileggere con loro la straordinaria avventura del presente: il cristianesimo, del resto, non è mera consolazione in attesa di una redenzione futura, ma è annuncio a noi contemporaneo, è educazione alla realtà totale così come è adesso.



Un cristianesimo come alienazione dalla realtà contingente, come “religione del cielo vuoto” non serve e non entra nella vita soprattutto dei più giovani: i ragazzi hanno necessità di incontrare una Parola che faccia risorgere adesso e che alimenti un cammino di rinnovata fiducia e di liberazione dalle tante paure che attraversano la loro generazione.

Mi pare che questa sia la prospettiva offertaci da don Simone: la lettura di L’intensità dell’istante offre uno spaccato di vita quotidiana in un ambito cruciale per la vita dei giovani soprattutto come quello scolastico. Ogni istante, ogni esperienza, ogni incontro, per quanto fugace, è espressione dotata di senso e non deve essere condannata all’insignificanza. Tutto è indice di intensità e di profondità se accompagnato dalla presenza di un Maestro.



Ovunque si parla ancora oggi di “emergenza educativa” in termini preoccupati e negativi. Per dirla come il compianto Giuseppe Vico – già ordinario di pedagogia generale nell’Università Cattolica del Sacro Cuore di Milano – l’emergenza educativa può essere intesa piuttosto come “molla della storia”: l’emergere, il rendersi visibile di un fenomeno educativo è già un sintomo di speranza se ascoltato e compreso attraverso un itinerario interpretativo che sappia farne scorgere i tratti e le ragioni profonde. Così, don Simone – portando alla luce tanti fatti, episodi di quotidianità normale – aiuta il lettore a “far emergere” un pensiero nuovo su questa generazione fragile e permette di interrompere l’afasia dei padri verso i figli che sembra connotare il nostro tempo: ogni fenomeno giovanile, in effetti, non può essere affrontato da chi non sappia cimentarsi con la vita dei ragazzi e con il rischio della libertà.

In un’epoca di sempre nuove sfide educative, alle prese con un mondo adulto spesso disarmato di fronte a uno svuotamento etico apparentemente senza precedenti, il libro di don Simone offre uno sguardo decisamente capace di intercettare i grandi desideri che ancora si muovono nel cuore dei ragazzi: mossi da bisogni immediati, i giovani sono pur sempre abitati da grandi domande alle quali l’adulto non può sottrarsi. Le pagine di questo libro sono attraversate continuamente da quella ricerca di senso e di pienezza che rendono bella la vita: nella “trama silenziosa del quotidiano”, “le cose di sempre, piccole, quasi impercettibili” assumono la forma di un racconto pieno di bellezza e di realismo che invita il lettore a una presa di coscienza in più rispetto alle narrazioni spesso banali sulla condizione giovanile favorite dai media.

Come quell’invito a “lasciarli andare” rivolto ai genitori, “perché sappiamo di Chi è l’abbraccio che li attende”, riprendendo un celebre testo di Charles Péguy: oggi, la sfida dell’educare sta proprio in questa fiducia che diventa Fede. È Dio che educa, è Dio che salva: noi siamo solo poveri Suoi strumenti: “Anziché preoccuparci di tenere a bada i ragazzi, organizzandoli e incasellandoli, occorre fare di tutto per lanciarli”, assumendo la consapevolezza che solo Dio “fa nuove tutte le cose”. Pur “con tutte le nostre furbizie”, i nostri tentativi di “porci come gli innovatori, i riformatori, quelli che cambiano rispetto a prima, quelli che riescono dove altri hanno fallito, quelli che correggono ciò che era sbagliato”, il protagonista delle nostre storie “è solo Lui”. È Lui “l’Ospite atteso dell’anima”: il libro di don Simone diventa un appello, un invito forte ad alzare lo sguardo per afferrare la bellezza di ogni istante.

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