Un recente sondaggio, svolto su 800 partecipanti tra l’1 e il 3 marzo da SWG, ha indagato l’opinione degli italiani sulla scuola e sulla politica. Inserito nel più ampio contesto dei disordini avvenuti una settimana fa circa fuori dalla scuola Michelangiolo di Firenze, che hanno portato ad una vera e propria rissa tra giovanissimi studenti di ideali ed opinioni politiche differenti. Un aggressione da subito definita squadrista e fascista, che ha ottenuto una risonanza mediatica importante, oltre a sollevare diversi interrogativi in merito alle posizioni, sull’accaduto, dei politici al Governo. Tuttavia, gli italiani sembrano essere sempre più convinti che la scuola non dovrebbe essere luogo di dibattito sulla politica.



Il sondaggio su scuola e politica

Il sondaggio sulla scuola e il suo rapporto con la politica è stata svolto tra l’aggressione a Firenze e la manifestazione antifascista a cui hanno preso parte, tra gli altri, Giuseppe Conte, Dario Nardella (sindaco di Firenze) e Elly Schlein. Secondo il 57% degli intervistati i docenti dovrebbero evitare di esprimere pubblicamente, e quindi anche tra le mura delle classi, qualsiasi opinione, ideale o valutazione politica personale.



Insomma, così come i docenti a scuola dovrebbero evitare di parlare di politica, l’82% degli intervistati ritiene che nei programmi scolastici dovrebbero essere incluse anche le foibe e, più in generale, i crimini commessi dai governi di sinistra. Rimane insindacato (per il 68% degli intervistati) il dovere degli istituti scolastici di esporre i valori dell’antifascismo, mentre c’è una generale percezione che le scuole non siano in mano né alla sinistra (solo il 29% lo pensa), né alla destra (il 14%). Lasciando un attimo da parte il rapporto scuola e politica, il sondaggio ha indagato anche sui sentimenti degli italiani in merito alla manifestazione di Firenze. Secondo il 52% si tratta di strumentalizzazione degli eventi dei giorni scorsi, ma anche di un modo democratico per parlare di antifascismo. Il 48% degli intervistati, però, l’ha vista come una manifestazione divisiva e che avrebbe alimentato tensioni politiche tra destra e sinistra.

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