Apprendo tramite il gruppo su Facebook del paese in cui abito che il nostro comune ottiene per ben tre progetti i fondi del Pnrr (uno per la scuola di primo grado, uno per la palestra della stessa, uno per la realizzazione di una mensa scolastica) e pensiamo: è fatta, finalmente arrivano i soldi per risistemare quello che non va e rendere il nostro istituto più funzionale ed accogliente.
Il buonumore si diffonde: gli studenti cominciano a sognare il nuovo edificio, moderno, luminoso con una nuova mensa utilizzabile anche come aula polifunzionale e al pensiero della palestra gli occhi cominciano a brillare dopo due anni di passeggiate e lezioni in classe. La mente vola immaginando la rete da pallavolo, i cesti per il basket, gli attrezzi, gli spogliatoi dove cambiarsi e fare due chiacchiere prima di iniziare a correre.
Ci uniamo alla contentezza degli alunni ma li avvertiamo che ci vorrà del tempo e non poco.
Anche il dirigente scolastico canta vittoria per questi mirabili risultati.
Ci congratuliamo immediatamente con la sindaca, una cara amica, dicendole ingenuamente: È fatta! Un esito insperato… ma quando inizieranno i lavori per la scuola nuova e per la palestra? Come prende l’avvio il tutto?
Interpelliamo la sindaca, che risponde.
“Le opere finanziate con i fondi del Pnrr dovranno terminare entro il 2026 secondo un cronoprogramma molto stretto e costellato di adempimenti amministrativi. L’iter previsto rende la realizzazione delle opere più complicate sia per la novità delle procedure e dei tempi, sia per prescrizioni particolari e differenti anche tra i bandi riguardo le caratteristiche dei soggetti che potranno partecipare alle gare. È chiaro che il livello di complessità amministrativo, di certo non aiuta: uffici tecnici dei comuni già sommersi di numerosi adempimenti si ritrovano gravati di ulteriori procedure tecnico-amministrative difficili da gestire. A quest’aspetto si aggiunge un’altra difficoltà legata al fatto che, molto spesso, i comuni vincitori di Pnrr sono spesso piccoli, poche migliaia di abitanti, e con capienze di bilancio non adeguate ad affrontare le anticipazioni di cassa necessarie per realizzare opere molto costose. Nel caso del mio comune il bilancio è di sei milioni, a fronte di bandi vinti con il Pnrr per 4,8 milioni, ai quali si aggiungono altri bandi per circa un milione. È evidente che senza adeguati strumenti finanziari predisposti per i vincitori di Pnrr, affrontare l’anticipazione di cassa necessaria ad avviare cantieri che devono partire in contemporanea non è possibile. Il tema è trasversale, in tutta Italia i sindaci stanno ponendo questa difficoltà, per lo più ad oggi inascoltati. Il Pnrr è un’occasione storica per colmare i divari tra territori ma se non troveranno risposte entro breve, sarà difficile centrare gli obiettivi ambiziosi del Piano, e come accade spesso saranno i territori ricchi a riuscire mentre gli altri non ce la faranno. Non voglio pensare che il Pnrr possa essere un obiettivo che potranno realizzare le realtà ricche a discapito di territori difficili per motivi sociali, di mancato sviluppo socioeconomico che avrebbero avuto, ne sono convinta, un’opportunità in grado di cambiare in meglio la vita del cittadini”.
Stando così le cose non vorremmo che le tante aspettative andassero deluse e ci auguriamo si trovino le modalità per permettere ai piccoli comuni come il nostro di realizzare la progettazione messa in campo adoperando notevoli energie e professionalità.
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