Il maggior filosofo italiano vivente, Fabio, gestisce da anni il bar e la ristorazione di una grande (in tutti i sensi) scuola superiore toscana. Centinaia di volti passano ogni anno, ma lui è sempre lì. Più stabile del personale Ata, dei docenti e dei dirigenti scolastici.

Se gli chiedi un caffè, lui te lo fa (buono) a un prezzo ragionevole. Se hai bisogno di fare due chiacchiere, quelle sono gratis. Se cerchi aiuto, lui si prodiga, sempre gratis. C’è da credere che gli abbiano chiesto di tutto. Magari perfino un appoggio per andare in cima all’Everest. Ma sono i suoi consigli, anche non richiesti, e le sue storie a fare la differenza.



Di solito funziona in questo modo. Tu vai giù al bar in cerca di una brioche o di un caffè. Lui, o qualcuno dei suoi collaboratori, te lo fa. Ti vede non proprio in forma. Si ferma e appoggia gli attrezzi del mestiere sul tavolo. Gli dici due parole, magari stiracchiate. Qualunque sia l’argomento, Fabio ha sempre una storia da raccontarti, tratta preferibilmente dall’esperienza di volontariato sulle ambulanze della Misericordia.



Particolarmente significativa quella su un miracolo realizzato dalla madre di Gesù. In sintesi: un uomo incontra per caso l’équipe del mezzo di soccorso che lo ha assistito qualche tempo prima: “La Madonna mi ha salvato dall’infarto!”; replica dell’autista dell’ambulanza: “No! La Madonna ti ha fatto incontrare il dottor Rossi!”.

In ogni caso, dalla storia ottieni sempre un sorriso e spesso due dritte su come comportarti in futuro. “Racconti edificanti”, si sarebbe detto una volta, ma non è la giusta espressione per definire le narrazioni di un toscano naturalmente insofferente ai moralismi e alle strutture precostituite.



Se vuoi poco, ottieni poco. Se ti lasci spaventare dai consigli, finisci per dimenticartene. Ma se intendi sfruttarli, ecco che ti si apre un mondo. Volendo, perfino un mondo gastronomico. Perché le altre sfere di riferimento di Fabio, gli ambiti preferenziali in cui pésca i suoi apologhi, sono quello della cucina e quello delle motociclette.

Resta nella storia il giudizio sul sindaco appena eletto nella sua città: “Che ne pensi, Fabio?”; “Mah… Va in giro con un affare [uno scooter, ndr] con tre ruote…”!

Non mancano naturalmente anche benevoli rimproveri. Al sottoscritto, per esempio, dopo il pentimento per aver abbandonato frettolosamente la scuola (e il bar) di Fabio, ha detto, sospirando: “Ti ho lasciato andare via, ma sono stato un padre troppo permissivo!”.

Non arriva ai sessant’anni, ma ha già aiutato a crescere molte generazioni di alunni, che infatti tornano a cercare proprio lui… Ci sarà un motivo?

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