Ieri dunque piazze piene di giovani studenti e universitari, tutti “contro” qualcosa o qualcuno: ma alla fine “contro” chi? E oggi quella fanciulla che di solito ha lo sguardo irato e severo, Greta Thunberg, entusiasta per come in Italia si sono riempite le piazze, avrà saputo da qualcuno del potente aiuto organizzativo ricevuto dal ministro Fioramonti e dalle centinaia di scuole, con presidi e docenti in testa, che hanno organizzato la partecipazione allo “sciopero”?



In tutto il mondo milioni di persone sono allarmate dalla situazione ambientale del nostro pianeta e impegnate, giustamente, a chiedere ai governi interventi di tutela e azioni di sostenibilità. Ma in Italia è stato un membro di questi governi a spingere per l’adesione massiccia alle manifestazioni. E allora queste persone da noi “contro” chi hanno manifestato?



Ovviamente contro politiche governative ed industriali energetiche e scelte strategiche non adeguate, per molti ritenute causa di conseguenze negative sul clima e sull’ambiente. Anche se gli stessi scienziati sono ben divisi tra loro sulle vere cause di queste conseguenze e spesso è difficile capire a chi si può dare ragionevolmente retta. Ma se è un ministro di uno di questi governi ad invitare ad aderire ad una giornata di sciopero globale contro queste politiche non sostenibili, questo sciopero “contro” chi è?

Inoltre: con tanto di circolare amministrativa (quindi con una chiara disposizione ai presidi, da eseguire) sospingere giovani ad aderire a uno “sciopero”, non è un po’ ritenere che per l’adesione questi giovani non sono ritenuti in grado di decidere autonomamente?



E poiché i partecipanti, per ordine dello stesso ministro, sono giustificati assenti a priori (alcune scuole molto “obbedienti” hanno addirittura “accompagnato”  studenti e docenti), questi giovani che per scioperare non rischiano nulla (i loro genitori che scioperano rischiano una giornata di stipendio), che cosa imparano?

E ancora. Se un ministro a capo di un sistema di scuole ritenute e dichiarate “autonome” (perciò capaci di autoregolamentarsi) dice loro cosa e come debbono fare, che opinione ha della loro autonomia?

E poi: ad altre manifestazioni che il ministro non condivide, gli alunni potranno partecipare senza dover giustificare l’assenza, o dobbiamo aspettare un elenco di quelle “autorizzate” e di quelle non consentite?

Cosa non si fa – certo con le più nobili e migliori intenzioni – per cercare il consenso, per rafforzare l’abbraccio di un elettorato!

Non era forse meglio finanziare le scuole per permettere loro di promuovere percorsi disciplinari e formativi su temi ambientali con lezioni, approfondimenti, ricerche, incontri con esperti? Infatti l’Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile è un programma d’azione sottoscritto nel settembre 2015 dai governi dei 193 Paesi membri dell’Onu che ingloba 17 “obiettivi comuni per lo sviluppo sostenibile” tra i quali proprio il contrasto al cambiamento climatico ed il miglioramento della qualità dell’ambiente. “Obiettivi comuni” significa che essi riguardano tutti i Paesi e tutti gli individui: nessuno ne è escluso, né deve essere lasciato indietro lungo il cammino sulla strada della sostenibilità. E l’arricchimento delle programmazioni disciplinari e didattiche con i temi della sostenibilità rappresenta già dal 2016 un impegno per tutte le scuole autonome italiane, non da oggi coinvolte in questa nuova emergenza e urgenza globale. Non era il caso quindi sostenere economicamente in questo le scuole?

Pare che sulla facciata del palazzo del Miur in viale Trastevere a Roma campeggi in questi giorni un banner fatto esporre dal ministro Fioramonti a sostegno della settimana: “Istruzione, no estinzione”.

La salvaguardia dell’autonomia didattica, formativa e gestionale delle istituzioni scolastiche ed il potenziamento della autonoma responsabilità educativa dei soggetti che ogni giorno costruiscono la scuola, insieme certamente al sostegno alle iniziative per la salvaguardia del creato, è la prima forma per evitare l’estinzione del bene più prezioso di una nazione: la consapevolezza del proprio io di ciascun ragazzo e ragazza.