Nuovo inizio per la scuola, le lezioni in presenza ricominciano e l’attenzione è massima. «Non apriamo per richiudere», assicura Franco Locatelli, presidente del Consiglio superiore di sanità che dall’inizio dell’emergenza Covid fa parte del Comitato tecnico scientifico (Cts). Dopo l’impegno profuso dal Governo e gli esperti per garantire il ritorno a scuola in sicurezza, è arrivato il momento della “verità” in un certo senso. «Teniamo conto che un problema così complesso richiede la partecipazione di tutti. Famiglie, studenti, docenti. Non si può pensare che la responsabilità sia demandata solo a chi decide», precisa Locatelli al Corriere della Sera. Ma si dice anche convinto che con l’impegno di tutti si potrà arrivare alla conclusione dell’anno scolastico. D’altra parte, «qualche episodio di infezioni ci sarà, va messo in conto, se negassi non sarei realista». Ma con la collaborazione di tutte le parti in causa non si dovrebbe arrivare allo scenario di qualche mese fa. I giovani comunque devono essere responsabili anche nei confronti dei giovani: «Saranno resi consapevoli che essere responsabili nei comportamenti significa proteggere i loro amati nonni».

FRANCO LOCATELLI SU AUMENTO CAUSI E QUARANTENA

A proposito della stima sulla risalita dell’indice di contagio Rt con la riapertura delle scuole, pari allo 0,4 per cento, il professor Franco Locatelli ha chiarito al Corriere della Sera che le stime vanno lette nello specifico contesto. «Un aumento di nuovi casi positivi ci sarà, ma contenuto e non dovremo spaventarci. Non siamo nella situazione dello scorso marzo». Non c’è il rischio di tornare indietro per il presidente del Consiglio superiore di sanità: «Non ci sono i presupposti per ripristinare chiusure. Siamo sempre il Paese con la più bassa incidenza di casi, 27 per 100.000 abitanti». A proposito della crescita dei casi, Locatelli ha spiegato che c’è «un piccolo ma evidente incremento da non sottovalutare nei ricoveri in terapia intensiva». A luglio c’erano meno di 50 pazienti in terapia intensiva, ora sono quasi 200. Questo dimostra, secondo Locatelli, che «il virus ha la stessa capacità di indurre problemi gravi e fatali». Infine, sul parere atteso domani sulla proposta di ridurre la quarantena a 7 giorni: «Noi saremo prudenti e scrupolosi valutando tutte le evidenze disponibili. Sarà una scelta esclusivamente scientifica che prescinde da valutazioni di tipo economico e sociale».