Dal 22 al 24 agosto si terra a L’Aja il convegno biennale dell’Echa (European Council for High Ability) che offre dal 2013 una certificazione di “Specialist in gifted education degree”. In Europa soprattutto del Sud agisce Eurotalent (European Committee for the Education of Children and Adolescents who are Intellectually Advanced, Gifted, Talented). Anche Olanda, Portogallo ed Austria, con centri di ricerca universitari, e Francia, con le Linee guida del ministero, sono attive sul tema. In Usa è attivo il National Association for Gifted Children (Nagc) e ed il Council for Exceptional Children (Cec). A livello internazionale infine il World Council on Gifted and Talented Children tiene una conferenza mondiale biennale che mira ad offrire l’opportunità di fare condividere le riflessioni ed esperienze di ricercatori ed educatori.
L’interesse per i Gifted (dotati) nasce all’inizio del 900 nell’ambito della psicologia anglosassone e nei primi decenni si concentra sugli aspetti logico-cognitivi generando i test QI ancora oggi prevalenti. Nella seconda metà del secolo avanzano teorie meno centrate sul cognitivo che mirano a valorizzare tipi diversi di intelligenza (vedi Gardner), relativi anche a diverse culture.
Le istituzioni europee ed internazionali, dopo un inizio intorno alla metà degli anni 90, con la Raccomandazione n. 1248/1994 del Consiglio di Europa sui bisogni educativi particolari dei giovani ad alto potenziale e la riunione informale dei ministri dell’educazione sul tema nel marzo 2006 sotto la presidenza austriaca, hanno registrato una sosta dell’interesse sul tema, forse a causa della crisi economica. Con Pisa 2018 e soprattutto con il Rapporto Ocse 2021 l’attenzione si è rinnovata ed infatti nella presentazione del Rapporto Invalsi 2022 il presidente Roberto Ricci ha dedicato attenzione al tema degli eccellenti.
Ocse ha sostanzialmente delineato due tendenze in proposito a livello internazionale. La prima è definibile come umanistica ed olistica, giocata principalmente sul rispetto e cura dei diritti dei Gifted come individui al dispiegamento del loro pieno potenziale in tutti i campi, donde la collocazione fra gli Special Education Needs (Bisogni educativi speciali). Dagli esempi fatti e dalle informazioni date si può evincere che si tratti di un modello soprattutto occidentale.
D’altra parte è in crescita la tendenza a considerare che i risultati dei Gifted possono essere molto positivi per le società in cui vivono, perché sono innovatori e creatori di sapere e perciò in grado di dare un contributo allo sviluppo maggiore rispetto a quello degli altri studenti. E qui saremmo soprattutto, almeno fin qui, nell’East Asia ed anche in parte nei Paesi dell’Est Europa ex-comunista.
Il rapporto Ocse 2021 analizza i diversi sistemi di individuazione dei Gifted, le diverse modalità di intervento attraverso l’accelerazione dei tempi del percorso scolastico e/o l’arricchimento del curricolo, il ruolo (recalcitrante per la delicatezza del tema soprattutto in Europa) delle istituzioni, i problemi relativi alla formazione iniziale e continua degli insegnanti.
E l’Italia? Il nostro Paese è sostanzialmente assente dai rapporti internazionali, sia quello europeo di Eurydice del 2006 che quello internazionale Ocse del 2021. Nel nostro sistema scolastico ne sono presenti elementi sparsi e soprattutto non teorizzati: “primini” ed anticipo, maturità anticipata, premi pecuniari per i voti apicali alla maturità, attività aggiuntive nelle scuole e concorsi tematici nazionali per le superiori. Ma manca un quadro di riferimento che dia luogo ad interventi organici: il timore di dar luogo ad accuse di agire contro l’equità presente in tutti i Paesi occidentali è da noi enfatizzato da una cultura pedagogica che privilegia l’egualitarismo per le diverse ma concorrenti ideologie prevalenti.
Ed anche gli studenti eccellenti nei Rapporti Invalsi sono stati fin qui trascurati, con solo poche meritorie ma isolate ricerche sul tema dei resilienti, studenti eccellenti di basso stato economico-sociale. Un tema forse da mettere a fuoco anche nel quadro del Pnrr: forse non solo in Sud Corea si deve contare sul merito per permettere lo sviluppo.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.
SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI