L’istruzione classica è, da qualche anno, in crisi, di fronte al diffondersi della “semplificazione” del mondo che ci circonda a discapito della complessità, della “liquidizzazione” che caratterizza la società contemporanea secondo la lezione di Bauman, della tecnologia che sostituisce il pensiero strutturato e sistematico.
Da mesi è aperto sia in America sia in Europa un brioso dibattito sul valore formativo del latino: se da una parte si ha la tendenza a ridurne la funzione e lo studio alle superiori come preparazione e formazione al mondo del lavoro, contrari, anzi incompatibili, secondo i detrattori, alla “inattualità” della cultura classica, dall’altra parte, in alcuni Paesi, si inizia a valutare negativamente l’esclusione del latino dai curricula scolastici incominciata negli ultimi decenni.
Per fare un solo esempio, in Francia, dove al liceo il latino è opzionale e sostituibile con una lingua moderna, il ministro dell’Éducation Nationale Jean-Michel Blanquer ha annunciato, in un’intervista su Le Point, un ambizioso programma di ripristino del suo insegnamento nei licei, promuovendo un memorandum internazionale, firmato anche, per l’Italia, dal ministro dell’Istruzione Patrizio Bianchi, per favorire lo studio del latino nelle scuole.
In questo contesto di dibattito sull’istruzione classica, e in particolare dello studio del latino, molto più diffuso nel sistema delle scuole superiori in Italia rispetto agli altri Paesi, la Consulta universitaria di studi latini (Cusl) e l’Università “G. D’Annunzio” di Chieti-Pescara, hanno organizzano, nei giorni 21 e 22 aprile 2022, un convegno sul tema “Latino, scuola e società”, con l’obiettivo di contribuire al dibattito pubblico sul valore formativo della lingua e della letteratura di Roma, più concretamente, a mio modo personale di vedere, al fine di scongiurare un “frettoloso smantellamento dell’equilibrato impianto umanistico-scientifico che di quel progetto è alla base, e che il latino in particolare, contrabbandato come simbolo di una conoscenza ‘inutile’ perché rivolta al passato, venga messo in discussione senza che se ne siano comprese fino in fondo le ragioni”, come si legge nella presentazione della locandina del convegno.
Ma il dibattito sull’istruzione classica si esprime, oltre che nel mondo accademico, anche nelle aule dei nostri licei, quando i docenti cercano e sperimentano l’innovazione didattica per continuare a insegnare le lingue classiche e la cultura in cui esse sono veicolate. Ultimamente, il Metodo Ruggiero ha incuriosito numerosi docenti, stanchi di dover constatare la mancanza di interesse da parte delle nuove generazioni verso le lingue classiche, in particolare verso il greco antico, sentito come un labirinto fatto di meandri dove il filo di Arianna, invece che essere la comprensione globale supportata dalla lingua, è la pedanteria grammaticalistica: si tenga conto, in ogni caso, che le nuove generazioni sono meno propense al pensiero astratto e cognitivamente meno strutturate rispetto a quando noi adulti andavamo a scuola, senza internet e smartphone.
Il Metodo Ruggiero, che ora ha al suo attivo manuali specifici scritti dal suo ideatore e “sperimentati” nel corso degli anni, ha suscitato sempre più interesse da parte dei docenti dello Stivale, come è dimostrato da varie presentazioni e formazioni specifiche: basta ricordare, ad esempio, tra le altre, l’8 marzo al Liceo Cairoli di Vigevano (Pavia) in un convegno a distanza sulla didattica delle lingue classiche; l’11 marzo si è svolto a Sperlonga, nell’Antro di Tiberio, all’interno del Museo archeologico nazionale di Sperlonga, organizzata dall’Aicc (Associazione italiana di cultura classica) di Roma, la presentazione del libro Il liceo classico oggi che contiene, tra gli altri, un saggio di Ruggiero; la stessa cosa, da ultimo, il 27 aprile, è accaduta presso il “Convitto Nazionale Umberto I” di Torino.
Oggi si terrà, alle ore 16, allo Studium 2000 nell’aula Mario Marti dell’Università del Salento, la cerimonia di conclusione della Sperimentazione del Metodo Ruggiero: infatti, la classe V AS dell’Iis “Rita Levi Montalcini “di Casarano (Lecce), istituto scolastico in cui si è realizzata la sperimentazione del Metodo, ha “finalmente” concluso il quinquennio sperimentale con lo studio del greco antico e del latino secondo il Metodo Ruggiero, e si appresta a sostenere l’esame di Stato. Presenti alla cerimonia saranno il rettore Fabio Pollice, il comitato scientifico che monitora il Metodo (composto dai Proff. Onofrio Vox, Alessandra Manieri, Marco Piccinno, Sabina Tuzzo, Alessio De Siena, Marco Ricucci) e il coordinatore del Cts prof. Saulo Delle Donne, la dirigente scolastica del Montalcini dott.ssa Monia Casarano. Ci saranno soprattutto le alunne e gli alunni della classe in cui è stato svolto l’intero ciclo della sperimentazione ad opera dell’ inventore del Metodo prof. Giampiero Ruggiero, i genitori e il consiglio di classe della 5AS, la dott.ssa Lucia Saracino, legale rappresentante del Metodo. I migliori auguri ai futuri maturandi!
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.