Quale nesso può sussistere tra la guerra in Ucraina e la saga di Harry Potter, il giovane mago apprendista della scuola di Hogwarts, inventato dalla geniale scrittrice britannica J.K. Rowling? La domanda ha rappresentato il momento culminante della Summer School di luglio, organizzata dall’Associazione Il Mondo Parla di Modena e tornata in presenza nella tradizionale location di Sestola dopo due anni di lezioni a distanza.



Le giornate di formazione erano rivolte a insegnanti e attenti estimatori di testi letterari fedeli al metodo di lettura da soggetto a soggetto introdotto in Italia dalla studiosa russa Tatyana Kasatkina e applicato solitamente alle opere di Fedor Dostoevskij.

Già avviato dalla Kasatkina, impossibilitata a muoversi da Mosca per ovvi motivi, la comprensione del ciclo di Potter (sette volumi) è stata condotta dalla studiosa di letteratura russa e inglese Elena Mazzola, da anni collaboratrice dell’accademica moscovita. L’ermeneutica da soggetto a soggetto, ampiamente sperimentata da una decina d’anni in scuole medie e superiori di mezz’Italia, si basa su due semplici ma radicali presupposti. Il primo è che il testo parla al lettore disponibile a coglierne umilmente il messaggio senza sovrapporre alle parole dell’autore il proprio paio d’occhiali precostituito. Il secondo stabilisce che gli interrogativi che provengono dall’attenta e ripetuta lettura dei testi trovano soluzione dentro l’orizzonte del testo stesso, da intendere come una preziosa mappa del tesoro disseminata di particolari utili a illuminare il contesto. L’amplissimo materiale fornito dai primi tre libri della famosa serie è stato attraversato con pazienza e meticolosità con un occhio rivolto alle classi nelle quali le letture erano già state intraprese e a quelle per le quali sono in programma per l’anno scolastico prossimo. Ai ragazzi in genere piacciono le avventure in salsa fantasy di questo filone, in cui la figura di Harry Potter cresce di romanzo in romanzo tramite il filtro dei poteri magici assimilati e da utilizzare con saggezza.



L’educazione di Harry è posta in relazione a questioni che stanno a cuore ad ogni essere umano: il duello eterno tra morte e vita, il significato dell’amicizia e della fedeltà, la ricerca di un senso vero per l’esistenza. Gli insegnanti e gli adulti devono forse superare il preconcetto relativo a libri che sembrerebbero poco impegnati per essere parte del corredo scolastico, corretto il quale, la saga presenta valori altamente istruttivi e formativi. Di ciò appunto si sono occupati i convenuti sull’Appennino modenese. Leggere, rileggere, riprendere insieme le pagine indicate ha riservato non poche sorprese. Come se una nebbia si diradasse dentro una sfera di cristallo facendo emergere i tratti di qualche identità amica, i presenti a Sestola hanno colto alcune catene di nessi costitutive dell’impianto potteriano.



Il tema del tempo, per esempio: Potter cresce e cambia anche se il suo cuore di orfano non cessa di chiedere. Nel Prigioniero di Azkaban le regole del tempo possono essere sovvertite e le successioni diacroniche di eventi riorganizzate dai protagonisti a fin di bene. Il tema della morte (Voldemort), della sua minaccia e della possibilità di vincerla attraverso il sacrificio personale del protagonista è un’altra strada generata dal testo. Un’altra ancora è rappresentata dai cosiddetti “dissennatori”, orribili guardiani del nulla che con un bacio rubano l’anima, ai quali si contrappongono le paterne protezioni dei “patroni” che scacciano gli incubi in chi li sa invocare con una formula vincolante: “Expecto Patronum”.

Non è possibile ovviamente in questa sede addentrarsi a indicare tutte le suggestioni prodotte dal lavoro delle varie giornate. Vale la pena piuttosto tornare al punto iniziale: Harry e la guerra di oggi. Sì, è rintracciabile nella storia dello strano ragazzo e dei suoi amici un paradigma valido per i nostri tormentati tempi. La battaglia di Potter contro Voldemort ha a che fare con il male prodotto da una occupazione di terre altrui, apportatrice di drammi e lutti. Ma dove porre un limite al male? Probabilmente non nella sola reazione, bensì nella costruzione, pur dentro un contesto dissestato, di luoghi in cui la persona, come è successo a Potter, comincia a fare i conti con il proprio male e a vincerlo grazie a una socialità nuova. Non sarà forse, la saga, il manifesto della resistenza ucraina, ma a pensarci bene, poco ci manca.

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