A fine agosto sono rientrata con degli amici dalla Grecia. La cima dell’acropoli di Atene al tramonto, le altezze vertiginose del canale di Corinto, il sole che nasce dall’acqua nel profondo sud delle coste orientali del Peloponneso, la lingua di sabbia che divide in due le spiagge dai colori cristallini della microisola di Cervi, il magnifico sito archeologico di Olimpia. Solo un pensiero ha costantemente attraversato ciascuno di questi paesaggi: “è proprio vero che la bellezza crea bellezza”. Ogni giorno continuavamo a ripeterci questa frase e abbiamo iniziato a intuire come mai l’uomo, appartenuto all’antico https://www.ilsussidiario.net/news/scuola-se-una-bambina-in-vacanza-insegna-il-metodo-montessori-alle-sue-maestre/2587239/popolo greco, abbia creato e pensato così tanto. È stato come trovare ragione dei numerosi anni di scuola in cui abbiamo studiato per la maggior parte del tempo le nostre origini: la Magna Grecia, i Romani, i popoli del Mediterraneo. Di fronte alla bellezza non si può che continuare a generare bellezza. Bellezza di pensieri, di opere d’arte, letterarie, scultoree, corporee, oratorie.
I primi giorni di settembre sono il tempo in cui si avvicina la “zona Cesarini” per ultimare i compiti per le vacanze. Quest’anno li ho azzardati anch’io, nonostante la disciplina che insegno (educazione fisica) generalmente si presti meno a tale pratica. Estiva men che meno. Ho chiesto a ciascun alunno non solo di non smettere di muoversi facendolo con gusto, ma anche di condividere col resto della classe almeno una foto di un posto bello che lo colpisse durante le settimane estive. È un compito che avevo già proposto durante l’anno. Fare questa richiesta d’estate, però, è stato più azzardato in quanto, con un lasso di tempo così esteso, è decisamente più facile che tale compito finisse nel dimenticatoio. E invece, ancora una volta lo stupore ha bussato alla mia porta. La quasi totalità dei miei alunni ha già consegnato le foto con tanto di titolo e di location. Credo che Stendhal avesse ragione: “la bellezza non è che una promessa di felicità”.
Forse qualcuno avrà caricato la sua istantanea solo per senso del dovere o preso da un momento di noia avrà aperto il registro ricordandosi anche di questo compito, o forse qualche compagno gliel’avrà ricordato; qualcun altro potrebbe averla anche scaricata dal web, ma, almeno per un attimo, ciascuno di loro si è fermato un istante. Ognuno di loro si è dovuto accorgere che davanti a sé era presente qualcosa di bello. Io non lo so se quell’attimo abbia generato lo stesso stupore che ha provocato in me il tramonto che filtrava tra le colonne del Partenone o il sole che esce dall’orizzonte in mezzo al mare alle 6.40 del mattino e se abbia condiviso stellate mozzafiato e attimi di immensità con i propri amici. Però so che è necessario provarci. Proporlo. Azzardare. Chiederglielo. Lasciarsi stupire e sperare che si lascino stupire. Siamo tutti molto più narcotizzati, ma la Storia, la Natura e l’Arte non smettono di ricordarci che dentro all’uomo c’è la nostalgia della Bellezza. Quella che crea pensieri, dipinti, canzoni, poesie, sculture, parole. Non vedo l’ora di tornare in classe e di “correggere” i compiti assegnati: sarà una vera mostra di bellezza!
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