Per Luigi era stata una lezione impegnativa quella con Sara, che voleva imparare a memoria la filosofia di sant’Agostino ma si rifiutava di ragionarci sopra.
“No, non mi interessa farmi delle domande, domani mi interroga la mia prof e io voglio saperle ripetere ciò che dice sant’Agostino” aveva detto ad un certo punto Sara, contrariata dai tentativi di Luigi di farle usare la ragione.
“Ma filosofia non si studia a memoria” aveva timidamente reagito Luigi.
“E come si dovrebbe studiare?” aveva chiesto Sara con una domanda del tutto retorica a cui Luigi non aveva saputo replicare.
Alla fine della lezione Luigi aveva chiesto a Sara di fargli sapere come sarebbe andata l’interrogazione. La ragazza aveva annuito, poi aveva aggiunto che avrebbe avuto bisogno per la scolastica.
Il giorno dopo Sara si era recata al Centro di aiuto allo studio e aveva cercato Luigi.
“Come è andata?” aveva chiesto l’insegnante.
“Bene, ho saputo tutto, mi ha dato 9” aveva risposto Sara con un sorriso sulla bocca che pareva quasi beffardo.
“Bravissima!” le aveva detto Luigi che si era comunque sentito contraddetto nelle sue insistenze. In fondo sembrava avesse ragione la ragazza, era sufficiente studiare a memoria!
“Visto che bastava studiare a memoria?” aveva sottolineato la ragazza, come per far capire a Luigi quanto fosse inutile perdersi in tante strane riflessioni.
“I fatto che si debba sapere ciò che ogni filosofo pensa e che bisogna far uso della memoria, non lo metto in dubbio. La mia era un’altra sollecitazione, non in contrasto con quello che fai, e fai bene, visti i risultati.”
“Le dico, in tutta sincerità, che io non capisco perché ci facciano studiare la filosofia, mi sembra del tutto inutile. Io però la studio, devo studiarla, quindi lo faccio, ma a capire perché devo studiarla io proprio non ci arrivo, mi spiace” aveva a quel punto detto Sara con una sincerità disarmante.
“Ma tutte le domande che sono presenti nella filosofia? Non le senti tue?”
“Sì, ma sono domande a cui la risposta c’è già!” aveva ribattuto con convinzione Sara.
Luigi non sapeva come entrare in quella fortezza ben difesa, capiva che non era una fragilità dell’intelligenza a fermare la ragazza, ma qualcosa di sovrapposto ad essa che bloccava la tensione di ricerca che fa parte del cuore dell’essere umano.
“Va bene, quando vuoi che ci troviamo per la scolastica?” aveva allora detto Luigi come arrendendosi alla situazione.
“Mi scusi per la mia sincerità” aveva detto in modo inaspettato Sara, intuendo che Luigi ci fosse rimasto male.
“Figurati! È che non capisco come a una ragazza intelligente come te non possa piacere la filosofia e la ritenga una materia inutile. Tutto qua.”
Sara lo aveva guardato sorpresa di quella valorizzazione che sapeva esserci, ma non era mai stata così esplicita.
“Guardi, io oggi sento che la cosa sta come le ho detto… lei continui a dirmi come la pensa, di questo le sono grata, e io, per la stima che ho di lei, lascio la porta aperta. Chissà che un giorno possa capire anch’io.”
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