Riceviamo e pubblichiamo una lettera dedicata a Leonardo Calcina, 15 anni, studente di Senigallia, che si è tolto la vita domenica 13 ottobre (ndr).

Il tuo cuore grida ancora aiuto, Leonardo. Forse anche le tue parole hanno chiesto aiuto.

Forse il bullismo, forse un brutto voto, forse la tua tristezza e il tuo disagio, ma quel grido è insopportabile senza qualcuno che ascolti.



Il tuo grido è quello di noi tutti, il tuo disagio è lo stesso che proviamo noi, per tanti motivi diversi. Tutti noi, se siamo seri con noi stessi, scopriamo di essere pieni di bisogno.

Il grido che abbiamo ci dimostra che da soli non sappiamo vivere, troppe fatiche, troppe sofferenze, troppe contraddizioni, troppi dolori.



Ma chi può ascoltare questo grido?

Noi siamo come te, Leonardo.

Abbiamo bisogno e il nostro bisogno è immenso.

Vogliamo dirti che lungo la strada ci sono adulti che si sono voltati verso questa nostra mendicanza.

Come il buon samaritano nel Vangelo. Un poveretto è stato derubato e malmenato dai ladri e chiede aiuto per strada. I preti e i sacerdoti – tanti autorevoli adulti del tempo – non si girano alle sue urla, forse non se ne accorgono neppure, tanto il loro sguardo è preso dalle mille cose da fare, dai propri doveri, dai propri pensieri.

Poi uno, un samaritano, uno diverso dagli altri, si ferma. Aiuta quel poveretto. Ha sentito il suo pianto. Se n’è accorto. Lo prende con sé.



Abbiamo trovato sulla strada delle nostre lacrime tanti che non hanno sentito. Ma anche dei samaritani.

Adulti per cui il pianto di un altro è più forte delle proprie preoccupazioni.

A noi succede che una compagnia cristiana, fatta di adulti così – poveri come tutti, ma aventi negli occhi uno sguardo che parte da lontano, da quell’Uomo Gesù che camminava attraverso la Galilea ascoltando le persone – si pieghi sul nostro grido senza averne paura. Abbia tenerezza e comprenda le nostre richieste, dando respiro alla fatica, speranza alla disperazione. Accarezzi le nostre ferite, offrendo una strada di amicizia che non risolve automaticamente i problemi, ma dà la forza per affrontarli e percorrerli.

Questa è l’unica forza che abbiamo.

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