Una laurea triennale attivata con Ca’ Foscari in Hospitality Innovation and e-Tourism e un ciclo di stages per colmare il gap tra università e industry. Il “pacchetto” che propone la Scuola Italiana di Ospitalità (nata dalla collaborazione tra Cassa depositi e prestiti e TH Group), unico nel suo genere in Italia, sembra avere tutti i numeri per dotare di una completa tool box i giovani che vogliono affacciarsi al mondo del turismo, mai come oggi in bilico tra rendite di posizione e innovazione, tra vecchie abitudini e competizione basata sulla qualità e sulla digitalizzazione, motivata e spinta anche dalla pandemia.
“Siamo al termine del primo stage operativo, al nostro primo anno di attività, e devo dire che le soddisfazioni, nostre e degli studenti, sono andate oltre le previsioni”. Lo afferma Giulio Contini, il direttore della SIO, una solida esperienza nel settore costruita negli anni trascorsi al vertice di una hotel-school universitaria a Barcellona.
Soddisfazione del vostro staff e dei ragazzi, direttore. Ma le strutture che hanno ospitato gli stages?
Pure. In generale, sia gli studenti che i tutor aziendali sono molto soddisfatti della loro esperienza che va a completare il primo anno di percorso universitario con un tirocinio all’insegna dell’operatività in struttura. Da una prima survey interna parziale, risulta che i punteggi medi attribuiti s’aggirano intorno al valore di 8 su 10, con punte di valutazioni da 9/10 per quanto riguarda il supporto ricevuto e l’accoglienza all’arrivo in azienda. D’altro canto, anche i responsabili delle strutture valutano positivamente gli studenti, con una media di 7,5/10 e con particolare apprezzamento della capacità di apprendimento rapido e dell’utilizzo degli strumenti informatici, oggi fondamentali per lavorare nel settore hospitality.
Quali operatori hanno accolto i vostri stagisti?
Sono davvero tanti, da gruppi internazionali quali Marriott, Club Med, Rocco Forte Hotels, Hilton, NH Hotels, Intercontinental Hotel Group, a campioni nazionali come TH Resorts, VOIhotels (VRetreats), e ancora HNH Hospitality e boutique hotels come Bauer e Therasia Resort. Dal prossimo anno gli studenti potranno anche accedere a stages in strutture all’estero.
Di quanti studenti stiamo parlando?
Questo primo anno di corso universitario (che è a numero chiuso) ha visto impegnati 38 iscritti provenienti da 5 Paesi diversi, con il 100% di placement nel primo stage estivo, in strutture distribuite dalle Alpi alla Sicilia, in 9 diverse regioni italiane. Tutti gli stagisti fuori regione hanno ottenuto vitto e alloggio dall’azienda, più un rimborso spese. Sono stati selezionati hotel a 4 e 5 stelle, 50% dei ragazzi sono andati in hotel del settore lusso, 40% in grandi catene internazionali, 45% in grandi catene italiane, 15% in boutique hotel.
La SIO prevede stages per ognuno dei tre anni del corso di laurea?
Sì, nel primo anno si tratta di stages operativi, nel secondo si passerà a un livello di supervisor, anche all’estero, come dicevo, e il terzo sarà dedicato a stages per manager position. Di solito predisponiamo due studenti per struttura, per ovviare ai possibili disagi di una “solitudine” in prima linea. Ma le nostre attenzioni e prudenze iniziano ben prima, con i colloqui individuali con ogni studente, per capire indoli, caratteri, predisposizioni, e stabilire per ciascuno la destinazione migliore. E dopo gli studenti, organizziamo colloqui anche con i responsabili delle risorse umane delle strutture, per intendere le disponibilità e i bisogni. Ma l’accompagnamento dei ragazzi continua durante tutto il periodo di stage, con le nostre disponibilità in caso di ostacoli o difficoltà.
Recentemente, a Mestre, Giovanni Gorno Tempini, presidente di Cdp (che è stata tra i promotori della SIO), ha detto che viviamo “in un momento di sfide, quelle dettate dal Pnrr, dalla transizione energetica e da quella digitale. L’istituzione intende muoversi efficacemente per intercettare le necessità del territorio. Ricordo la fondazione, in collaborazione con Ca’ Foscari e TH Group, della Scuola italiana di ospitalità”. Direttore Contini, pensa che la SIO riesca in quest’intercettazione?
Beh, la carenza di personale, per non dire del personale formato, è fin troppo evidente, direi che è ormai uno dei problemi di più difficile risoluzione da parte degli operatori. Basti dire che delle manifestazioni di interesse che abbiamo ricevuto da hotel e catene siamo riusciti a soddisfarne solo alcune. È evidente che al termine del corso di laurea e degli stages lo studente potrà contare non solo su un solido percorso formativo, ma anche sulla concreta possibilità di inserimento diretto nel mondo del lavoro, magari proprio nelle strutture che li hanno visti stagisti, come spesso accade nel percorso virtuoso università-stage-lavoro.
Una prospettiva interessante sia per gli studenti sia per chi gestisce strutture che oggi soffrono per la mancanza di collaboratori. Una prospettiva che sta motivando anche le iscrizioni per il prossimo anno accademico?
L’attuale campagna di iscrizioni (siamo ancora al bando primaverile) procede spedita, con già 40 pre-immatricolazioni e oltre 200 richieste dall’estero, su cui è in corso una selezione. A inizio luglio è stato inoltre aperto il bando estivo, che chiuderà il 31 agosto, per concludersi con le iscrizioni per i posti rimanenti entro i primi di settembre. Confidiamo di riuscire a selezionare gli studenti più adatti a imparare le basi teorico-pratiche di questa affascinante professione.
Selezioni difficili?
Per il corso di laurea è necessaria una certificazione B2 per la lingua inglese, visto che tutti i corsi sono erogati in quella lingua. C’è poi un test d’ingresso, il TOLC-e, che si può svolgere anche online. Per gli stages, come dicevo, prima del placement ci sono i colloqui. Tra un anno circa la SIO inizierà anche i master, per i quali già ci sono numerose richieste dall’estero.
Dopo un anno di vita, che bilancio si sente di fare per la SIO?
È stato un percorso difficile, con infiniti ostacoli burocratici che abbiamo superato con un lavoro costante. Oggi però siamo davvero soddisfatti per l’attivazione del corso di laurea con Ca’ Foscari, per il quale abbiamo collaborato proficuamente con la rettrice Tiziana Lippiello, e ovviamente per gli stages.
Resta aperta la questione logistico-immobiliare…
È vero. Attualmente usufruiamo delle strutture di Ca’ Foscari, e collaboriamo de facto con la Luiss Business School, ma tra non molto avremo bisogno di spazi dedicati per i laboratori. Si era puntato, con Cdp e TH Group, all’ex ospedale a mare al Lido di Venezia, ma quel percorso è ancora arenato sulle sabbie mobili di incertezze burocratiche, ripensamenti e via dicendo. In ogni caso, stiamo vagliando varie altre possibilità immobiliari: le soluzioni non mancano.
(Alberto Beggiolini)
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