Sabato 22 gennaio vi è stata l’Assemblea dei volontari di tutti i 40 centri di Portofranco che sono presenti in Italia: molti hanno partecipato da remoto, l’assemblea in presenza si è svolta nella sede milanese di Portofranco. L’Assemblea è stata guidata dal presidente di Portofranco Italia, prof. Alberto Bonfanti, e ha partecipato il prof. Davide Prosperi, presidente ad interim di Comunione e Liberazione.



L’assemblea è stata caratterizzata da molti interventi che hanno documentato come oggi in questa situazione di pandemia Portofranco rappresenti un luogo in cui i ragazzi e le ragazze possono trovare uno sguardo umano e un aiuto concreto. Interventi da Milano, da Monza, da Desio, da Rimini, da Catania, da Sondrio, da Varese, da Chiavari si sono succeduti uno dopo l’altro testimoniando la vita che oggi vibra dentro i locali delle varie sedi di Portofranco. Dove i ragazzi si trovano in difficoltà, vi sono adulti che li cercano per raccogliere il grido che viene dal loro bisogno.



Davide Prosperi, rispondendo ad alcune domande poste dai volontari, ha voluto sottolineare che Portofranco è una grande opportunità per imparare, perché si impara insegnando.

Sollecitato da un intervento di un volontario di Desio, Prosperi ha sottolineato come da Portofranco emerga un metodo molto interessante e valido per tutti, e lo ha indicato con un’espressione sintetica molto significativa: si deve seguire il bisogno, non orientarlo.

I volontari intervenuti si sono paragonati a questa sfida, facendo emergere una domanda che è quanto mai importante oggi, e non solo per Portofranco, ma per tutti i giovani costretti a vivere da due anni sotto il peso delle restrizioni anti-Covid. Qual è oggi il bisogno dei giovani? Infatti un ragazzo che viene a Portofranco perché ha bisogno di aiuto in matematica e viene aiutato in questa specifica materia porta con sé un bisogno molto più profondo e a cui urge una risposta.



Il bisogno di un giovane oggi, ha detto Prosperi, è che non ha più fiducia in se stesso. Un ragazzo o una ragazza viene a Portofranco perché spera di incontrare un adulto che lo aiuti ad acquistare fiducia in se stesso. È un bisogno che la pandemia ha fatto emergere con maggior evidenza, un bisogno che già c’era e che è dei giovani come degli adulti. Molte esperienze hanno documentato quanto questo sia vero: a Portofranco molti ragazzi e ragazze trovano fiducia in se stessi perché incontrano uno sguardo umano su loro stessi, così vi sono molti adulti che facendo Portofranco rifioriscono come persone, ritrovano una certezza e un gusto per la vita che li lancia ad affrontare il bisogno di imparare a vivere che è dentro quello di riuscire a scuola.

Nelle esperienze raccontate è emerso con evidenza che l’umano rifiorisce quando trova qualcuno che lo ama così com’è. È il metodo di Portofranco, accogliere l’altro com’è, partire dal suo bisogno concreto e comunicargli quella fiducia in se stesso che è fondamentale per vivere.

Che in questi lunghi mesi di pandemia le sedi di Portofranco siano rimaste aperte e abbiano continuato a offrire il loro servizio, il più possibile in presenza ma molte volte anche online, ha un grande valore sociale, perché indica a tutta la società che quando si assume il bisogno dell’altro lo si fa senza limiti, generando modalità sempre nuove di condivisione.

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