Fatima era proprio delusa dopo una mattinata a scuola in cui avrebbe voluto farsi interrogare in storia per rimediare a quell’insufficienza di cui si vergognava tanto, ma l’insegnante l’aveva tenuta in attesa per dirle alla fine che l’avrebbe interrogata la settimana prossima.
“Non è giusto!” aveva reagito Fatima di fronte all’insegnante che le aveva risposto di non preoccuparsi. “Se sei pronta oggi, fra una settimana lo sarai ancora di più.” Fatima non era andata oltre, aveva incassato, ma tra sé e sé aveva pensato: “Non capiscono proprio. Così facendo mi fanno saltare i programmi, io non ho solo storia, e la scuola sta finendo!”
Tornata al suo posto si era messa nervosamente a pasticciare sul banco. Lucia l’aveva vista e le aveva mandato un bigliettino su cui era scritto “Non arrabbiarti! Non lo merita!”
Fatima l’aveva guardata e aveva finalmente sorriso, poi aveva fatto un segno inequivocabile con il pollice a dire che avrebbero vinto loro, senza ombra di dubbio.
Una volta terminate le ore di lezione, Fatima e Lucia si erano trovate vicine sulle scale per scendere e andare verso l’uscita.
“Non arrabbiarti, è inutile” aveva detto Lucia. “Vedrai che quando finalmente ti interrogherà sfonderai.”
“Lo dici tu, che vai bene! Cos’hai in storia?”
“Otto” aveva risposto Lucia, aggiungendo all’amica di non preoccuparsi di storia, perché l’interrogazione era facile.
“Ripeto, lo dici tu! Io mi dimentico tutto!” aveva ribadito Fatima. “Comunque questo pomeriggio vado al centro di aiuto allo studio e cerco Renato. così mi fa ripetere la storia romana.”
E così aveva fatto. Smaltita con una passeggiata la stanchezza della scuola, era andata al centro, dove aveva trovato Renato disponibile. Il docente non aveva ancora nessun ragazzo da aiutare.
“Come è andata l’interrogazione?” le aveva chiesto Renato e lei le aveva raccontato cosa era successo.
“Nessun problema” l’aveva rassicurata subito Renato.
“Nessun problema?” aveva reagito Fatima, “Io devo studiare ancora fino a quando non mi interrogherà.”
“Non esagerare! La storia romana la sai, ieri l’abbiamo ripetuta tre volte, adesso basta. Tranquilla, sai tutto!”
Fatima si era arrabbiata anche con Renato, lo aveva rimproverato perché non la capiva, lei doveva ristudiare tutto, questa era la sua convinzione. “Basta! Ripetiamo le origini della storia romana” gli aveva detto in tono di ordine Fatima.
Renato si era rifiutato e aveva detto a Fatima di lasciar perdere storia. Se aveva qualcos’altro da fare, avrebbe dovuto dedicarsi a quello, altrimenti avrebbe fatto bene a staccare un po’ dallo studio. Non lo avesse mai detto! Fatima si era sentita trascurata anche da Renato e se ne stava andando, quando sopraggiunse una sua amica, Sara. Fatima le raccontò subito tutto.
“Hai torto marcio, rilassati” le aveva detto Sara, “se la sai ripassi il giorno prima, non essere ossessionata, così, scuola o no, non vai da nessuna parte.”
Renato le si era avvicinato, l’aveva guardata lungamente in faccia, poi le aveva detto con tanta sensibilità: “questa paura di non farcela non è una cosa buona, stai tranquilla, la sai, poi ripasseremo, fidati di me!”
“Ma ho l’insufficienza!”
“Lo so, nessuno ti abbandona, ogni cosa a suo tempo, fidati!”
“Hai capito? Fidati di chi ti conosce meglio di te” aveva ribadito Sara.
“Avete ragione, ma come faccio? A scuola mi fanno crescere l’ansia con questo bombardamento di interrogazioni e compiti in classe.”
“È per tutti così” le aveva risposto Sara.
“Tu come fai?” incuriosita le aveva domandato Fatima.
“Io? Mi fido di questi amici del centro, tutto qui” aveva risposto sorridendo Sara.
“Bisogna vedere se tu metti prima la tua ansia pur giusta o se metti prima quello che ti dico io, che tu sei preparata! Non rispondermi, ora non facciamo storia, poi vedremo!” le aveva detto Renato facendole capire che il discorso finiva lì. Toccava a lei decidere e tirare le conseguenze.
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