Con quest’ultima parte si conclude il percorso compiuto nelle precedenti puntate.
Il valore della lezione dialogata
L’insegnamento non corrisponde tanto a una trasmissione di contenuti o di competenze didattiche, perché ha una finalità educativa. In fondo il suo scopo non è insegnare qualcosa a qualcuno, ma è quello di attivare l’io dello studente grazie all’attrattività del reale attraverso la disciplina di insegnamento. Il docente propone e guida all’osservazione di un oggetto chiamando in causa la libertà dello studente, la sua capacità di comprensione critica, la sua ragione e curiosità, provocandolo a porsi in rapporto attivo con l’oggetto tramite la lezione dialogata.
Non sempre questo avviene, perché c’è in gioco la libertà dell’individuo e non è detto che la provocazione riesca a muovere l’interesse del ragazzo, né che questo si attivi in modo razionale, propositivo e pertinente all’oggetto osservato.
Ma è evidente e si percepisce con certezza quando accade, perché la lezione diventa sorprendente: si aprono strade impreviste e lo stesso docente, stupito, diviene a sua volta ricercatore sulle piste aperte dell’attivarsi dei suoi studenti. Così la lezione si trasforma in avvenimento (solo parzialmente prevedibile e programmabile) e l’insegnante ne esce incuriosito e rilanciato nel desiderio di approfondire taluni aspetti dell’argomento trattato che riteneva secondari o che conosce solo parzialmente.
Questa modalità di approccio chiamata lezione dialogata, secondo qualcuno andrebbe rinominata con più precisione ricerca comune guidata poiché, sotto la guida del docente, la classe diventa una comunità ermeneutica alla scoperta e in rapporto con l’oggetto analizzato, il quale travalica ma unisce mettendo in dialogo tra loro i protagonisti, lanciando i discenti alla scoperta del nuovo e i docenti alla riscoperta di ciò che già si insegna ma che non si finisce di conoscere, perché la conoscenza resta sempre parziale e incompiuta.
La lezione dialogata dunque ravviva l’attenzione della classe ma soprattutto attiva lo studente provocandolo ad un approccio vivo allo studio; inoltre rinnova la curiosità del professore, il quale entra in un rapporto di comunanza con i propri alunni rivivendo e riscoprendo ogni volta come nuovo e originale ciò che insegna.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.