Domani la Commissione Europea renderà note le linee guida sulle prossime vacanze di Natale da inviare a tutti gli Stati Ue, ma i capitoli sulla scuola e le celebrazioni religiose già hanno suscitato non poche polemiche in Italia per le prime anticipazioni giunte tra ieri e oggi. Se però sul consiglio di vietare le Messe è stata la stessa Commissione Ue a fare marcia indietro (spiegando di non aver neanche i mezzi legali per poter imporre un tale divieto, ndr), sulla scuola il pacchetto di misure “proposto” da Bruxelles si fa più consistente: «Al fine di ridurre i rischi di trasmissione nel periodo che segue la stagione delle festività, si invita a valutare di allungare le vacanze scolastiche o di ricorrere ad un periodo di apprendimento a distanza, in modo da introdurre un periodo cuscinetto ed evitare la diffusione dei contagi a scuola», si legge nella bozza delle linee guida europee in mano all’Agenzia Ansa. Non solo, si raccomanda anche una fase “cuscinetto” tra feste e gennaio per evitare il più possibile i contatti tra i banchi nei periodi in cui le famiglie vivranno momenti conviviali e dunque pericoli di contagi.



SCUOLA: LA PROPOSTA DI CONTE

Domani mattina, in attesa del nuovo Dpcm che verrà firmato nella giornata del 3 dicembre, da Bruxelles si attendono le linee guida ufficiali con tutti i consigli della Commissione Europea sui 4 principali temi in campo: cene, scuola, sci, messe-coprifuoco. Nel frattempo, dopo aver spiegato ancora ieri che il Cts non si è mai detto contrario all’apertura delle scuole, il coordinatore Agostino Miozzo interverrà alla Commissione Cultura per esprimere tutte le valutazioni del Comitato in merito alle prospettive di ripresa delle attività didattiche in presenza. A “sconvolgere” però la maggioranza ci ha pensato il Presidente del Consiglio Giuseppe Conte che ha preso in contro tempo Regioni, scienziati e gran parte del proprio stesso Governo: oggi, nella riunione con i capidelegazione, il Premier avrebbe commentato «sarebbe un bel segnale riuscire ad aprire le scuole già il 14 dicembre prima delle vacanze». Il Presidente – riporta l’Ansa – avrebbe poi anche precisato che l’ipotesi deve essere ancora valutata dal Cts: «si tratterebbe di porre fine alla didattica a distanza nelle aree gialle dalla metà del mese». Le reazioni sarebbero state però contrastanti: Italia Viva avrebbe confermato la sua posizione favorevole ma quasi tutti gli altri partiti si sarebbero espressi contro.

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