Mariam era arrivata al centro di aiuto allo studio con un volto scuro, si era prenotata per fare un’ora di matematica, ma aveva detto alla segretaria che non aveva la testa per impegnarsi in calcoli o in grafici. “Perché?” aveva chiesto Lina, la segretaria, che non si limitava ad organizzare lo studio pomeridiano perché voleva capire ciò che sentivano ragazzi e ragazze.
“Stamattina è stato un disastro!” aveva risposto con una durezza in cui vi era però uno spiraglio di tenerezza, come per attirare su di sé un po’ di simpatia.
In quel momento era entrato Giulio. “Ah! Eccoti! Come è andata a scuola?” aveva chiesto a Mariam senza nemmeno cercare di capire cosa stesse succedendo.
“Dice un disastro” era intervenuta Lina, con una tonalità lieve a stemperare il dramma.
“Lo dice sempre” aveva reagito Giulio facendo arrabbiare Mariam, che aveva ribadito il suo giudizio negativo.
“Dai, vieni con me” aveva detto allora Giulio trascinando la ragazza nell’aula in cui faceva di solito italiano. “Cos’è successo?” aveva allora chiesto con curiosità Giulio.
“La riforma protestante e la controriforma” aveva risposto Mariam “non ho proprio capito nulla. Ed è vero! Non sto raccontando storie.”
“Vediamo un po’” Giulio aveva messo da parte quella sua entrata un po’ decisa e aveva manifestato una certa attenzione, per capire ciò che era successo a quella ragazza che sì, certe volte si sottovalutava, ma questa volta forse aveva bisogno di essere ascoltata.
“Vedi, oggi ha spiegato Lutero, Calvino, Zwingli e il Concilio di Trento ma io non ho capito quale fosse il problema” aveva allora detto Mariam facendo una smorfia che chiedeva solo uno sguardo di comprensione.
“Non preoccuparti” l’aveva rassicurata Giulio “ora vediamo di semplificare le cose.”
“Posso poi dire una cosa in piena libertà?”
“Certo!”
“Non capisco perché devo studiare queste cose! Non mi interessano proprio!”
Giulio aveva sentito come un contraccolpo: quella ragazza che studiava tutto, adesso era di fronte a qualcosa di impegnativo, di non facile per lei.
“Mi dispiace che ti abbiano buttato dentro una cosa così grande senza considerare te. Lo stavo facendo anch’io.”
“E allora? È proprio necessario per una ragazza musulmana come sono io capire questi scontri tra cristiani?”
Giulio aveva guardato Mariam a lungo senza parlare poi con tanta semplicità le aveva detto “sì, se vuoi capire me e se io voglio capire te.”
“Va bene, proviamoci” aveva detto Mariam, e Giulio aveva cominciato a raccontarle cosa fosse la fede per lui.
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