Marim era andata al centro di aiuto allo studio solo per salutare gli altri. La scuola era ormai agli ultimi giorni e lei aveva finito tutte le interrogazioni, non aveva più nulla da fare. Appena entrata aveva incontrato Abdul che invece era alle prese con un lavoro di geografia da presentare non tanto per avere un voto, ma come certificazione di un lavoro fatto. Lo aveva salutato, poi le era venuta incontro Giorgia con un sorriso insolito per una come lei che si lamentava di tutto.



“Mi ha interrogata in inglese, ho spaccato, mi ha dato 9 e ora ho 5,75, tu cosa dici?”

“Non lo so” aveva risposto Marim “ma sei più vicina alla sufficienza, vedrai che ti premierà. Però diciamocelo, questa vicenda delle medie è diventata insopportabile, non se ne può più!”

“Hai ragione, però dobbiamo farci i conti.”



“Sì, però con libertà, non ossessionati come se fosse l’ultima spiaggia.”

“Tu fai presto a dirlo, avrai tutte sufficienze, ma per una come me, che è tra il cinque e il sei, capisci che un punto è decisivo.”

“No!” aveva voluto fermare il suo ragionamento Marim “ciò che è decisivo è lo sguardo della tua prof, e se quest’anno sei cresciuta in umanità.”

La perplessità di Giorgia aumentava. “La questione è avere il sei” aveva ribattuto.

“Certo, ma ancor di più la questione è se tu oggi sei più ricca!”

Giorgia l’aveva salutata senza aggiungere altro, mentre Marim era andata nell’aula del professore di matematica che per tutto l’anno l’aveva incalzata con il frustino della passione, ottenendo alla fine un sette che all’inizio dell’anno non si poteva immaginare.



“Marim, sei venuta a fare un’ultima espressione?”

“No, no! Prof, per quest’anno basta.”

“Guai a te, non perdermi l’allenamento” aveva risposto l’insegnante di matematica.

“Sono venuta a ringraziarla, senza di lei non ce l’avrei fatta quest’anno”.

“Ringrazia te stessa, che hai scoperto di valere, e hai fatto venire alla luce le tue capacità. Sei tu che ce l’hai fatta e questo mi commuove.”

Marim lo aveva guardato in faccia sorridendo, quasi a fargli capire che stava uscendo dal seminato. Alberto lo ripeté, era stata lei protagonista del cammino dell’anno. “Sei tu che hai capito e hai applicato il metodo alla perfezione. Questo ti insegni a non sottovalutarti mai, anzi a cercare in te il punto di forza della soluzione dei problemi di fronte a cui ti trovi.”

“Certo, ma senza di lei…” e Marim non aveva concluso appositamente la frase, aspettandosi di vederla concludere dal suo prof che invece indugiava.

“Allora lo ridico io, è grazie a lei che io ho scoperto di valere, è grazie a lei che ho fatto il cammino che mi ha fatto crescere come persona e mi ha portato alla promozione. Grazie.”

“Sì, hai ragione, valgono entrambe le sottolineature!”

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