Marim era contentissima, era riuscita a fare un bellissimo Powerpoint sulla condizione giovanile come le aveva chiesto la sua insegnante per il voto in educazione civica che ormai valeva più di ogni materia.
Appena entrata nel centro di aiuto allo studio aveva cercato Licia per raccontarle di questo suo successo, di fronte al quale lei stessa era incredula.
“Calma, calma, spiègati!” aveva detto Licia a Marim, che era tutta agitata e parlava in maniera concitata.
“Finalmente” aveva detto allora Marim dopo aver tirato un lungo sospiro ed essersi raccolta in sé stessa. “Finalmente un lavoro che va bene! La prof si è complimentata con me!”
“Che cosa hai fatto?” Licia aveva capito la contentezza della ragazza, ma non il perché.
“Ricorda il dialogo sui giovani?” aveva allora domandato Marim.
“Certo.”
“È da lì che ho preso spunto.”
“Sì, ricordo, ma perché da lì?” Licia era sempre più incuriosita, non aveva mai visto Marim così felice.
“Perché volevo esprimere quello che ci eravamo dette, che noi abbiamo bisogno di qualcuno che ci ascolti, che prenda sul serio le nostre domande.”
“Sì, ricordo, ricordo anche di averti detto di avere a cuore le tue domande, che sono le domande di tutti.”
“È questo che mi ha incoraggiato, che lei ha valorizzato le mie domande e mi ha fatto capire che non sono strane, sono domande di tutti” aveva insistito Marim, per far capire a Licia la scoperta da cui era nato quel suo lavoro. Licia l’aveva guardata corrugando la fronte. Non aveva capito di aver fatto una cosa così importante.
Marim aveva colto una certa perplessità e aveva chiesto a Licia cosa stesse pensando, lei colpita da tanta franchezza le aveva chiesto cosa ci fosse stato di così strano in quel dialogo.
“Ma come?” aveva risposto Marim con una grande sorpresa sul volto. “Io mi sono sentita presa sul serio, non capita spesso, e lei mi ha fatto cogliere l’importanza della domanda “io chi sono?”, e quando la prof ci ha chiesto un lavoro su un tema di attualità, mentre tutti hanno parlato di guerra, io ho parlato di questa ricerca che mi preme tanto e che lei mi ha fatto scoprire essere di tutti. Ho messo dei volti, in ogni pagina un volto e le domande che sento, queste domande sul perché io vivo, studio, amo, mi diverto. Volevo dirlo a lei, è grazie a lei che ho fatto un lavoro che finalmente la mia prof ha premiato.”
“Bello!” aveva esclamato Licia e fra sé e sé aveva pensato che bastava poco per rilanciare una ragazza. Era sufficiente ascoltarla e confermare ciò che sentiva vero.
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.
SOSTIENICI. DONA ORA CLICCANDO QUI