E’ decisamente assurda la vicenda dell’istituto Giuliana Saladino a Palermo, una scuola materna dove è sorto un annoso problema: nessuno sa chi deve tagliare la carne, in generale il cibo, forniti ai piccoli alunni. C’è ad esempio la carne da tagliere perchè troppo grande da mangiare in un solo boccone anche per un adulto, così come il pesce da sfilettare, o la frutta da sbucciare. Operazioni ovviamente impossibili per la maggior parte dei bimbi che frequentano la materna (che hanno dai 3 ai 6 anni), ma come si legge sul quotidiano Libero, nessuno ha ben capito chi dovrebbe svolgerle.



La ditta Vivenda, che ha vinto l’appalto per la mensa scolastica distribuendo 3mila pasti al giorno, dice che sul contratto non è previsto il taglio del cibo da servire. Il compito spetterebbe quindi ai dipendenti comunali addetti alla stessa mensa, ma la figura preposta da quest’anno è scomparsa. Cosa succede quindi? Il Comune avrebbe suggerito di delegare il compito ai collaboratori scolastici, ovvero, i bidelli, ma la scuola non ci sta come si legge su Repubblica.



SCUOLA MATERNA PALERMO, NESSUNO SA CHI DEVE TAGLIARE LA CARNE: “MANCA ANCHE LA RACCOLTA DIFFERENZIATA”

Per poterlo fare, infatti, bisogna chiedere ai sindacati e seguire un particolare iter. “Mica ci si può mettere a sbucciare frutta così o a tagliare carne che comporta una grande responsabilità?”, commenta in maniera ironica Libero. La scuola inoltre sostiene che non deve essere il Comune a decidere chi deve fare cosa.

Tra l’altro lo stesso giornale sottolinea che il primo giorno di mensa mancavano le posate e il servizio è saltato. Si tratta di un disagio per circa 400 bambini che frequentano anche altre scuole (ma che sono servite dalla stessa mensa), e al momento si sta mangiando grazie alla buona volontà di chi si offre ad aiutare i piccoli studenti. “E, ciliegina sulla torta – conclude Libero – manca pure il servizio di raccolta differenziata”. Insomma una situazione incresciosa, un classico esempio di pasticcio all’italiana, che speriamo possa esser risolto quanto prima per il bene dei bambini.