GIORGIA MELONI VUOLE ABOLIRE LE BOCCIATURE A SCUOLA

Niente più bocciature a scuola, meglio i giudizi a “livelli”: ciclicamente torna nuovamente di “moda” la proposta di rivedere il sistema delle bocciature nella scuola Italiana, ora è Giorgia Meloni nel suo programma di Governo lanciato all’ultima convention di Milano “Italia, Energia da Liberare”.



Per la leader di Fratelli d’Italia, il sistema degli ultimi decenni non regge ed è ormai fuori tempo: ad ispirare dunque il pacchetto scuola per il programma FdI vi è un misto di Don Milani e Luca Ricolfi, quest’ultimo intervenuto in prima battuta a scrivere parte della proposta anti-bocciature. Il capitolo si chiama “Libertà di emergere” e tanto Ricolfi quanto Meloni convergono nello spiegare la loro idea di giudizio al termine dell’esperienza scolastica: «Un cambiamento rivoluzionario sarebbe il passaggio dal sistema delle bocciature a quello dei livelli: non ti boccio mai, ma – anziché certificare il falso, come oggi troppo sovente avviene – alla fine della scuola secondaria superiore certifico in modo accurato e fedele il livello di conoscenze che hai effettivamente raggiunto», si legge nel programma presentato alla convention di Milano. Il sistema è alquanto simile a quello degli A-levels in Regno Unito, o anche alla scuola in Finlandia: «Al termine dell’ultimo anno non ti rilascio un diploma, ma una scheda che dettaglia, materia per materia, il livello che sei stato in grado di raggiungere». In questo modo, rammenta il programma di Giorgia Meloni, «si accompagna questa rivoluzione con una applicazione letterale dell’articolo 34 della Costituzione: borse di studio generose per tutti i “capaci e meritevoli”, fino ai “più alti gradi degli studi”, ossia laurea magistrale e dottorato di ricerca».



STOP BOCCIATURE, SÌ AI LIVELLI: COSA NE PENSANO I PRESIDI

Tra le prime reazioni alla proposta di Giorgia Meloni e Luca Ricolfi sulla non bocciatura a scuola è intervenuto il Presidente dell’Associazione Nazionale Presidi, Antonello Giannelli, che guarda con positività al programma di Fratelli d’Italia.

«È una proposta che torna ciclicamente. È positivo far recuperare allo studente solo le lacune nelle materie in cui è carente evitando che ripeta l’intero anno per tutti i corsi. La bocciatura viene vissuta in maniera negativa da alunni e famiglie, crea una disistima che è nociva per i ragazzi e spesso è preludio per l’abbandono scolastico», spiega il dirigente, il quale ritiene che la minaccia di bocciatura non possa essere l’unica motivazione per studiare. «Gli studenti dovrebbero essere motivati diversamente dagli insegnanti. Il modello è quello della Finlandia, il migliore sistema scolastico al mondo. È una buona idea, ma bisogna prima lavorare alla nuova organizzazione del sistema scolastico, cambiando innanzitutto la didattica. Tanti studi ci dicono che occorre che le valutazioni debbano essere per competenze e che è dunque necessario abbandonare la tradizionale impostazione della didattica per conoscenze», conclude Giannelli valutando comunque nel complesso positivo l’affondo di Fratelli d’Italia.



LEGA VS PROGRAMMA FDI: “VISIONE SCUOLA BUONISTA”

Chi invece si pone nettamente contrario a tale proposta è l’alleato di Centrodestra di Giorgia Meloni, ovvero la Lega di Matteo Salvini. Per il sottosegretario all’Istruzione Rossano Sasso «Non mi schiero al fianco di chi ritiene che il futuro della scuola italiana debba passare per l’eliminazione delle bocciature e l’instaurazione di un sistema all’anglosassone, con una certificazione del livello raggiunto al termine del ciclo di studi. Il mondo dell’istruzione deve garantire a tutti pari condizioni di partenza e premiare strada facendo chi realmente merita, non appiattire le differenze e mandare avanti tutti, indipendentemente da attitudini, volontà, preparazione». Nel suo post su Facebook, l’esponente leghista non lesina critiche all’idea di fondo che sottende la proposta di FdI: «Sono profondamente contrario a una visione buonista e rassicurante che trasforma la scuola in un diplomificio e instilla ulteriormente nei nostri studenti quella vocazione al disimpegno che, sul fronte lavorativo, è simboleggiata dallo sciagurato reddito di cittadinanza, nella versione imposta in Italia da una certa sinistra». Per Sasso, la bocciatura non è e non può essere la fine del mondo per i ragazzi: «Ciascuna ragazza, ciascun ragazzo è un unicum, che ha tempi e modi di apprendimento specifici. Un anno ripetuto alle scuole superiori può essere il viatico per una carriera universitaria brillante, magari conclusa in anticipo rispetto a quanto previsto dal piano di studi. Una scuola – conclude il sottosegretario Miur – che non dice mai di no non rende un buon servizio agli studenti, al pari di un genitore che non dice mai di no al proprio figlio».