Il protocollo per le quarantene degli studenti potrebbe essere rivisto con il modello a ‘bolla’, limitandole ai soli compagni di banco dell’alunno positivo al Covid o comunque ai contatti più vicini piuttosto che all’intera classe, accorciando quindi i giorni dell’isolamento. Sarà il Lazio a sperimentare il sistema che riguarderebbe gli studenti dai 12 anni in su. Il modello è in fase di valutazione ed è sul tavolo degli esperti del Comitato tecnico scientifico.



L’ipotesi di utilizzo sembra trovare il consenso di molti esperti intervistati dall’Adnkronos Salute. Oltre a Massimo Andreoni, sembra favorevole anche Matteo Bassetti, direttore della Clinica di Malattie infettive del Policlinico San Martino di Genova: “L’ipotesi di una quarantena a scuola per il vicino di banco del positivo e limitata a 5 giorni è una buona idea. Anzi, io dico che per i ragazzi più grandi vaccinati si dovrebbe evitare qualsiasi quarantena. Questo potrebbe essere lo strumento per tornare a una vita normale completa”.



MODELLO A BOLLA PER QUARANTENE STUDENTI, PREGLIASCO: “NON NELL’IMMEDIATO”

Predica prudenza invece il virologo Fabrizio Pregliasco: “Limitare la quarantena a scuola al solo compagno di banco del positivo, e accorciarne la durata, significa aumentare il livello di rischio. Si può fare, è un elemento da valutare, ma non nell’immediato. C’è un desiderio che è quello della riapertura – rileva l’esperto – una spinta oggettiva a voler fare di più e meglio. Io dico facciamolo, ma con progressione“.

Limitare la quarantena a scuola “ha un suo senso – riconosce Pregliasco – anche per dare valore ai vaccinati, evidenziare questo vantaggio, ma ancora i vaccinati non possono usufruire di questa libertà per colpa di una quota eccessiva di non vaccinati a livello generale. Ci siamo quasi, ma aspettiamo“. Pregliasco ha aggiunto: “Siamo ancora un po’ indietro rispetto a un dato di circolazione del virus. Ora siamo in una fase decrescente per fortuna, ma ci potrebbe essere un colpo di coda. Aspettiamo ancora un pochino. Valutiamolo, ed è poi una decisione politica rispetto al rischio residuo che aumenta“.