Mohamed con il mondo della scuola superiore aveva avuto un impatto negativo. Venuto in Italia da tre anni, aveva frequentato le medie e aveva fatto dei notevoli progressi in italiano, tanto che l’insegnante di lettere gli aveva consigliato di fare il liceo scientifico. Mohamed era un ragazzo volenteroso e serio, per cui aveva voluto rischiare, anche se quasi tutti lo avevano sconsigliato. Il liceo? Troppo difficile per uno che è in Italia solo da tre anni!



Mohamed non si era fermato, voleva il meglio per sé e aveva scelto il liceo scientifico, ma quello che lo aspettava era una difficile corsa ad ostacoli. Era in una classe dove la competizione era alta, lui aveva bisogno di ritmi più lenti, ma la situazione in cui si veniva a trovare era quella del risultato a tutti i costi. Da subito si era reso conto di non potercela fare a stare al livello degli altri, tuttavia era un ragazzo caparbio e non voleva mollare.



Nei primi mesi dell’anno era passato di insufficienza in insufficienza, ai risultati del primo pagellino che era informale ma significativo aveva dovuto riconoscere di fronte agli insegnanti le sue difficoltà, ma nessuno gli aveva detto gran che, se non di studiare di più, di impegnarsi maggiormente soprattutto in matematica dove la sua situazione era disastrosa.

Mohamed dunque aveva raccolto le sue energie e deciso di andare avanti. Caterina, una sua compagna, si era accorta delle sue difficoltà e un giorno, durante l’intervallo, gli si era avvicinata.

“Vedo che sei in difficoltà” gli aveva detto, e lui aveva reagito chiedendole perché avesse voluto sottolineare una cosa che lui ben sapeva.



“Per chiederti se vuoi venire con me questo pomeriggio” aveva detto Caterina, non fermandosi alla sua reazione un po’ scortese.

“Dove?” Il tono di Mohamed era cambiato, aveva colto nelle parole di Caterina un interessamento nei suoi confronti che non era abituale.

“Tu lo sai che io non sono molto brava in latino, anzi non lo capisco proprio e tradurlo per me è un’impresa. Da un po’ di tempo vado in un centro di aiuto allo studio dove ho trovato un insegnante in pensione che mi sta aiutando. Perché questo pomeriggio non vieni anche tu?”

“Io avrei bisogno innanzitutto di matematica.”

“Ti possono aiutare in tutto!” aveva risposto Caterina.

“Io però sono messo molto male, tutti queste insufficienze mi hanno reso insicuro, non so più se val la pena che io continui” aveva allora detto Mohamed con tanta sincerità, lasciando Caterina senza parole.

“Tentiamo!” aveva replicato la ragazza, cercando di infondergli quella fiducia che non aveva più.

“Mi sembra impossibile, ma tentiamo. Mi fido di te, sei la prima che mi infonde un po’ di fiducia. Va bene, tentiamo!” aveva detto Mohamed, e i due ragazzi si erano accordati per trovarsi davanti alla scuola e andare al centro.

Quel pomeriggio Caterina aveva accompagnato Mohamed da un insegnante di matematica che lei conosceva, Riccardo, un vecchio insegnante in pensione che aveva accolto il ragazzo con quattro domande di conoscenza, poi lo aveva messo a fare delle espressioni algebriche.

Era stato un disastro. Riccardo aveva guardato il ragazzo trattenendosi da ogni osservazione e gli aveva detto: “Bene, cominciamo dai tuoi tentativi, vedrai che ce la faremo.”

Riccardo aveva allora preso in mano quello che aveva fatto Mohamed e pian piano lo aveva accompagnato a risolvere ciò che lo studente poco prima non era riuscito a fare.

“Vedi che ce la fai!” aveva allora sottolineato Riccardo.

“Ma perché mi ha condotto lei a trovare le soluzioni” aveva replicato Mohamed.

“Vedrai che con il tempo riuscirai a fare da solo!” e aveva aggiunto un “credici!”

Mohamed a quel “credici” aveva risposto “non ci riesco!”.

“Io credo invece che ce la farai, che faremo un cammino che ti porterà a capire e ad eseguire le operazioni giuste. Fidati di me!”

Mohamed non era mai stato trattato così, e quando insieme a Caterina erano usciti dal centro per tornare a casa, l’aveva ringraziata, perché finalmente aveva trovato qualcuno che aveva fiducia in lui.

“Voglio tornare” aveva sottolineato Mohamed a Caterina “perché qui ho trovato un prof che in primo luogo non pensa a quello che io devo imparare, ma ha stima di me.”

Quell’incontro era stato decisivo per Mohamed, che da quel momento aveva cambiato atteggiamento e aveva ritrovato fiducia in se stesso. Aveva fatto così un cammino positivo, anche se non era bastato a portarlo alla promozione. Apparentemente un insuccesso, ma il cammino fatto era stato importante, tanto che anche nella bocciatura gli era rimasta dentro quella fiducia che Riccardo gli aveva restituito.

Così, con la pagella segnata di rosso, Mohamed era andato da Riccardo e gli aveva chiesto un aiuto a decidere per il suo futuro. Lui voleva studiare, forse non sarebbe dovuto rimanere lì, in quella scuola, ma lui voleva continuare! Riccardo gli aveva dato una mano a scegliere, anche se di fatto gliel’aveva già data restituendogli quella fiducia di cui aveva bisogno per vivere la scuola alla grande.

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