Mohamed era arrivato presto al centro di aiuto allo studio perché non aveva avuto l’insegnante delle ultime due ore e la dirigenza della scuola li aveva fatti uscire. Era andato con alcuni amici al bar e davanti a un tè freddo avevano parlato tutto il tempo di quello che voleva fare il giorno dopo l’insegnante di filosofia, una discussione sul tema della libertà. Però non era una discussione libera, la classe era divisa in gruppi e ogni gruppo aveva una tesi da dimostrare. Mohamed era molto critico perché non aveva potuto scegliere la tesi; avrebbe dovuto sostenere quella del determinismo, cioè che la libertà non esiste e siamo tutti condizionati.
Con gli amici la discussione era andata a finire in niente e Mohamed si era tenuta la sua obiezione.
Giunto al centro si era messo seduto nell’ingresso e continuava a pensare come dimostrare che non abbiamo libertà, quando invece lui era convinto del contrario.
Ad un certo punto era arrivato Maurizio, un insegnante di religione, e vedendolo così immerso nei suoi pensieri gli aveva chiesto se ci fosse qualche particolare problema.
“No, no. Sto pensando a come sostenere la tesi della mancanza di libertà!”
“Cioè?” aveva chiesto stupito Maurizio.
“La prof di filosofia ha organizzato un dibattito in classe sulla libertà e io sono nel gruppo di quelli che sono convinti che siamo condizionati, siamo senza libertà.”
“Ah!” aveva espresso la sua meraviglia Maurizio che aveva capito cosa fosse, una esercitazione per mettere alla prova la capacità di ragionamento. “E tu non sei di questo parere?”
“No! E come faccio a dimostrare una cosa di cui non sono convinto?” aveva reagito Mohamed, ribadendo la sua contrarietà a quel metodo.
Maurizio non aveva preso sul serio quella critica, che pur condivideva, e aveva detto a Mohamed che non era importante il contenuto: la sua insegnante stava solo facendo un’esercitazione sulle loro capacità di ragionare.
“Ma io non posso ragionare prescindendo da quello che penso!” aveva ribadito Mohamed per nulla convinto di quel tipo di lavoro a scuola.
“È chiaro ed è giusto che tu lo faccia presente all’insegnante, ma cerca di pensare come tu possa dimostrare che l’uomo sia in tutto e per tutto condizionato, che ciò che pensa e ciò che fa non è mai libero.”
“Ci tento, ma non so proprio come fare!”
“Chiediti quali sono i condizionamenti che tu subisci ed elencali.”
Mohamed aveva risposto di avere in mente tutti i condizionamenti di cui un essere umano è oggetto, ma che più li pensava, più gli si formava una domanda: “ma io sono tutti questi condizionamenti o qualcosa di più?”
“Bello! Allora fai così, fai l’elenco di tutti i condizionamenti e non dare nessuna soluzione, ma poni la domanda. Dì alla tua prof proprio questo: arrivati a questo punto, io sono tutti questi condizionamenti o qualcosa di più?”
Mohamed aveva sorriso, sì, forse avrebbe dovuto fare così, ne avrebbe parlato in questo senso al suo gruppo.
“Però” aveva detto a Maurizio “sei d’accordo con me che è un metodo sbagliato farmi sostenere una cosa che non penso?”
“Sì, posso essere d’accordo con te, ma hai visto che anche facendo quello che ti è stato chiesto e che non condividi sei venuto fuori tu. E questo è importante, sempre, che il proprio io sia sempre all’erta. E tu sei all’erta, lo si vede!”
— — — —
Abbiamo bisogno del tuo contributo per continuare a fornirti una informazione di qualità e indipendente.