LINEE GUIDA EDUCAZIONE CIVICA: QUALI SONO LE NOVITÀ

Il ministero dell’Istruzione e del Merito ha pubblicato le nuove linee guida per le scuole sull’Educazione civica che non riguardano ovviamente solo lo stop ai cellulari in classe, come aveva anticipato il ministro Giuseppe Valditara. Tra le novità principali c’è la valorizzazione dell’identità italiana, ma anche di alcuni principi, come la solidarietà e responsabilità individuale, mentre non c’è nulla a riguardo dell’affettività. Queste linee giuda, che sostituiranno quelle precedenti dal nuovo anno scolastico, contengono nuove indicazioni, ma soprattutto ridisegnano gli obiettivi di apprendimento e i propositi.



Il ministro, che ha trasmesso il testo al Consiglio Superiore della Pubblica Istruzione (CSPI) per ottenere il parere, che comunque non è vincolante, ha precisato che le linee guida sull’educazione civica rispecchiano la Costituzione, quindi si dà anche importanza al lavoro e all’iniziativa privata, alla base di una crescita economica in grado di favorire il benessere contro la povertà, tutelando l’ambiente e la qualità della vita.



Secondo Valditara, il documento si ispira a un concetto preciso, quello di «scuola costituzionale», quindi lo studente è al centro e si favorisce l’inclusione, ponendo la dovuta attenzione alla disabilità e al problema della marginalità sociale. Il ministro ha sottolineato che le linee guida educazione civica devono aiutare i docenti nelle sfide quotidiane e per affrontare le emergenze di una società che si evolve e di cui gli studenti devono essere protagonisti, nell’assoluta convinzione che la scuola sia il pilastro dell’Italia.

CULTURA DEL RISPETTO, DEI DOVERI E DI IMPRESA

Entrando nello specifico delle novità presenti nelle linee guida per l’insegnamento dell’educazione civica, bisogna partire dalla centralità della persona, motivo per il quale vanno valorizzati i talenti degli studenti e la cultura del rispetto. La società deve favorire lo sviluppo degli individui e il primato delle persone sulle concezioni ideologiche. Inoltre, viene promossa la comune identità italiana, perché il senso civico si lega al sentimento di apparenza alla patria. In tal senso, bisogna favorire l’integrazione degli studenti stranieri.



La consapevolezza dell’identità passa anche dalla valorizzazione di territori e storie locali. Va promossa anche una cultura dei doveri, perché non esistono solo diritti: ciò vuol dire insegnare il rispetto delle regole, imprescindibile per una convivenza civile. Per cui, la responsabilità sociale non deve sostituire quella individuale.

La promozione della cultura d’impresa, inoltre, non è importante solo per l’autodeterminazione, ma anche per affrontare le nuove sfide, ma va valorizzata anche l’iniziativa economica privata e la proprietà privata che rientra nella libertà individuale. Tra i punti messi in evidenza anche l’educazione al contrasto di mafie, criminalità e illegalità tramite l’insegnamento di comportamenti che contrastano questi fenomeni.

DAL RISPETTO DELLA DONNA ALLE INDICAZIONI SUI DISPOSITIVI ELETTRONICI

L’educazione civica non può prescindere da quella al rispetto dei beni pubblici, a partire dalle scuole fino al patrimonio culturale e artistico italiano. Il contrasto alle dipendenze, qualunque esse siano, passa anche dalla promozione di un corretto stile di vita, che riguarda alimentazione, sport e benessere psicofisico. Invece, il rispetto delle regole richiama anche l’educazione stradale.

Ma le linee guida del Ministero dell’Istruzione per l’insegnamento dell’educazione civica pongono l’attenzione sul rafforzamento della cultura del rispetto verso la donna. La tutela del patrimonio privato passa anche dalla promozione dell’educazione finanziaria e assicurativa, puntando sul risparmio e la pianificazione aziendale, ma si pone l’accento anche sulla valorizzazione della cultura del lavoro, che va insegnata a scuola perché è un concetto imprescindibile per la società.

Infine, le indicazioni sui dispositivi elettronici: deve esserci l’educazione a un uso etico del digitale, ma anche all’uso responsabile degli strumenti digitali e «si conferma il divieto di utilizzo, anche a fini didattici, dello smartphone dalla Scuola dell’infanzia fino alla Scuola secondaria di primo grado».