Situazione estremamente delicata a Roma dove nel giro di 24 ore sono stati occupati ben tre licei. Non accadeva da 10 anni eppure, dopo Socrate e Mamiani è toccato all’alba di oggi anche il liceo Visconti, nel quale questa mattina si sono introdotti 40 studenti, come riferisce OrizzonteScuola. Gli studenti polemizzano in particolare perchè si sentono indicati come la causa dei contagi da Covid. “Ci sentiamo chiamati in causa e accusati di essere causa e capro espiatorio di una situazione che non dipende da noi”, hanno tuonato gli studenti del Mamiani. Oggi è toccato a quelli del Visconti i quali hanno consegnato alla preside Rita Pappalardo un documento di rivendicazioni destinato a studenti, genitori, docenti e alla stessa preside in cui spiegano le motivazioni della mobilitazione.



Il contenuto del documento è stato riportato da Repubblica.it. “Le nostre lamentele sono rivolte a una classe politica che si è sottratta alle proprie responsabilità”, si legge nel documento che non risparmia proprio gli esponenti politici, dalla ministra Azzolina passando per Mario Draghi verso il quale i ragazzi nutrono perplessità perchè “in continuità con la linea dei governi che si sono succeduti negli ultimi 30 anni”, anche se “Il Recovery Fund potrebbe corrispondere con un punto di svolta”.



SCUOLA, OCCUPATI TRE LICEI A ROMA: LE RIVENDICAZIONI DEGLI STUDENTI

Gli studenti dei licei occupati a Roma e in particolare quelli dell’ultimo, il Visconti, hanno evidenziato quanto accaduto con la pandemia da Covid: “la scuola pubblica italiana è collassata e l’insufficiente risposta del Ministero alla situazione, delicatissima, si è dimostrata a più riprese un insulto alla dignità di chi a scuola ci studia e di chi ci lavora”. Sotto accusa la ministra Azzolina che “dall’inizio della pandemia, ci ha dato risposte tardive se non addirittura inadeguate”. La valutazione, a loro dire, sarebbe stata messa davanti alla didattica: “anziché trovare gli spazi per un ritorno in sicurezza e in presenza per tutti, le annose questioni dell’edilizia scolastica e delle classi pollaio sono riemerse, costringendoci a un sistema”ibrido” con la Dad e un’inaccettabile didattica a singhiozzo”. A finire sotto accusa l’intero mondo politico, arrivando a Draghi. Perplessità anche sull’esame di maturità “che rimane un mistero”, mentre viene bocciata l’ipotesi, emersa durante le consultazioni del premier incaricato, di prolungare le lezioni fino a luglio “tenendo i ragazzi, i professori, il personale scolastico, ‘ostaggio’ di un sistema che non sa tutelare i diritti degli studenti e dei lavoratori”.  Sebbene l’occupazione sia assente da dieci anni, questa volta per gli studenti è apparsa l’unica opzione rimasta per far sentire le proprie ragioni.

Leggi anche

SCUOLA/ Orientamento e Its, il contributo di Trento alla formazione dei "tecnici" che mancano