Un “esercito” di docenti senza laurea per fare supplenza nelle classi dove mancano docenti di ruolo e supplenti. Questa la nuova idea del Ministero dell’Istruzione per non ritrovarsi a settembre senza insegnanti. Visto che si prospetta un anno scolastico con 200mila cattedre scoperte, l’idea è di farsi aiutare da chi non ha il titolo di studio richiesto. Un paradosso? Secondo quanto riportato da Il Messaggero, negli ultimi anni non si trovano precari per materie come italiano e matematica, lingue o informatica. Mancano in particolare maestre per l’asilo e la scuola primaria. Si attende un concorso per 12mila posti circa, ma intanto si pensa a correre ai ripari con una soluzione in extremis, visto che scuola elementare e materna non possono affidarsi alla didattica a distanza. Il Ministero dell’Istruzione quindi pensa a chiamare a raccolta gli studenti universitari, che così verrebbero avviato all’insegnamento proprio in cattedra e non come tirocinio. Se i dirigenti scolastici non sapranno a chi affidarsi per coprire una cattedra rimasta senza docente, potranno chiamare i laureandi in Scienze della Formazione primaria.



SCUOLA, DOCENTI NON LAUREATI A SETTEMBRE?

Lo prevede il regolamento delle nuove Graduatorie provinciali per le supplenze (Gps) a cui potrebbero essere quindi ammessi anche gli studenti universitari. Ogni docente potrà iscriversi per una sola provincia, ma per più classi. Secondo quanto riportato da Il Messaggero, si pensa a due fasce diverse. Una per i docenti abilitati e provvisti di specializzazione. L’altra invece per gli studenti iscritti al terzo, quarto o quinto anno di Scienze della Formazione primaria, da impiegare nella scuola dell’infanzia ed elementare. Il Consiglio superiore della pubblica istruzione aveva chiesto di inserire solo gli studenti del quinto anno, quelli prossimi alla laurea, con numero di crediti formativi non inferiore a 240. I pareri negativi non mancano anche perché da circa 20 anni serve la laurea per insegnare alle scuole dell’infanzia e primarie. D’altra parte nelle scuole vengono usate già le supplenze tramite la messa a disposizione, con laureati non abilitati. Ma per Uil scuola il rischio è di generare confusione.

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