Nessun tampone gratis ai no vax. Con un comunicato apparso sul portale del Miur è il Ministero dell’Istruzione a smentire che il Protocollo d’intesa siglato con i sindacati prevedesse tale soluzione per i docenti non vaccinati. Il dicastero presieduto dal ministro Bianchi precisa infatti che “non è previsto, né si è mai pensato di prevedere, un meccanismo di gratuità del tampone ai cosiddetti no vax“.
Dal ministero dell’Istruzione si precisa che il “Protocollo prevede, invece, una corsia preferenziale per il personale che deve ancora vaccinarsi, dunque una intensificazione della campagna vaccinale. Il Protocollo, poi, ricalcando quanto disposto già oggi dalle norme vigenti, consente alle scuole, sulla base di un preventivo raccordo istituzionale con il Commissario straordinario per l’emergenza sanitaria, di “effettuare tamponi diagnostici al personale mediante accordi con le Aziende Sanitarie Locali o con strutture diagnostiche convenzionate”“. “L’obiettivo – si spiega – è duplice: continuare a contrastare la pandemia, soprattutto attraverso la vaccinazione, e dare supporto ai più fragili, ovvero a chi non può vaccinarsi per particolari motivazioni che saranno ulteriormente indicate negli accordi con le Aziende Sanitarie Locali, in raccordo con il Ministero della Salute“. “Il Ministero – conclude la nota – lavorerà, a valle del Protocollo, per fornire tutte le necessarie specifiche alle scuole“.
A spegnere le polemiche sorte in mattinata è stato un intervento dello stesso Patrizio Bianchi, che ha spiegato come “le scuole in accordo con le Aziende sanitarie locali e il Commissario straordinario, potranno intervenire a favore dei più fragili, specificatamente coloro che non sono vaccinabili e che risultano, quindi, anche i più esposti al contagio“. Soddisfazione dall’Associazione Nazionale Presidi, che oggi aveva protestato dinanzi all’ipotesi che le scuole dovessero farsi carico del costo dei tamponi: “Apprezzo la puntualizzazione del ministro – ha detto il presidente dell’Anp Giannelli-; auspico che il testo del Protocollo sia modificato in coerenza con quanto da lui espresso, in tal caso, saremmo pronti alla sottoscrizione“.
SCUOLA, SIGLATO PROTOCOLLO DI SICUREZZA GOVERNO-SINDACATI
E Protocollo sicurezza scuola fu. Alla fine i sindacati della scuola e il Ministero dell’Istruzione lo hanno firmato. Lo hanno fatto in piena notte, dopo un incontro cominciato nel pomeriggio di ieri e terminato a notte fonda. Quindi, Cgil, Cisl, Uil, Snals e Cida insieme al Ministero dell’Istruzione hanno firmato il protocollo che contiene le norme per avviare il nuovo anno scolastico in cui «si ritiene assolutamente necessario dare priorità alla didattica in presenza». Sono state confermate tutte le regole già valide in materia di prevenzione e contrasto della diffusione del Covid, dalle mascherine obbligatorie dai 6 anni in su al distanziamento di almeno un metro. Ma è stato trovato anche un accordo sui tamponi gratuiti per i docenti: saranno a carico delle scuole. Intesa anche sulle corsie preferenziali per quanto riguarda la vaccinazione degli insegnanti che non sono ancora immunizzati.
Ma va sciolto ancora il nodo Green pass obbligatorio per tutto il personale della scuola, visto che viene visto come «discriminatorio», considerando le conseguenze per chi non si adegua: sospensione dal lavoro fino allo stop dello stipendio. Il Ministero dell’Istruzione, però, sulla questione intende inviare un’apposita nota esplicativa. Lo ha precisato nel protocollo sicurezza scuola, spiegando di impegnarsi «a fornire supporto ed indicazioni applicative ai dirigenti scolastici, al personale ed alle istituzioni scolastiche sugli aspetti applicativi della normativa sopravvenuta».
ANP ALL’ATTACCO “TAMPONI NON A SPESE NOSTRE”
«Stiamo mettendo in campo ogni azione necessaria per assicurare il rientro in aula con interventi mirati e puntuali. L’intesa raggiunta con le Organizzazioni sindacali è un ulteriore tassello e testimonia l’impegno comune per garantire a ogni studentessa e a ogni studente il diritto di poter tornare a frequentare in sicurezza e in presenza la scuola, recuperando il rapporto con i loro compagni, i docenti, la socialità», il commento del ministro Patrizio Bianchi. Maddalena Gizzi, segretaria di Cisl Scuola, a Radio Rai ha spiegato che in questo modo «se qualcuno non ha ancora fatto il vaccino in tempo, il tampone gli consentirà di iniziare la scuola regolarmente». La sindacalista però ha precisato che «ci sono poi aspetti da chiarire a cui risponderà il garante della privacy».
Non sono mancate critiche all’accordo. Fanno rumore quelle dell’Associazione nazionale presidi (Anp), che si è rifiutata di firmare il protocollo sicurezza scuola, «perché contraria alla possibilità che le scuole si facciano carico del costo dei tamponi». Lo ha spiegato il presidente Antonello Giannelli: «Non intendiamo favorire una logica di “sostituzione” della vaccinazione con il tampone. Deve essere chiaro: si tratta di tutela della salute collettiva e questo per noi è prioritario». Neppure Anief e Gilda lo hanno firmato.
CLASSI POLLAIO E MISURE DI SICUREZZA
Secondo il protocollo sicurezza scuola, sono le istituzioni scolastiche, tramite accordi con le Asl, a usare le risorse ricevute per sostenere il costo per eseguire i tamponi diagnostici per il personale scolastico. Ciò vale anche per i vaccinati che ne avranno bisogno per il tracciamento dei contatti. Per quanto riguarda le “classi pollaio”, il Ministero dell’Istruzione si è impegnato ad attivare un “piano sperimentale” di intervento per le scuole che hanno classi particolarmente numerose. Si tratta di risorse per garantire le condizioni del distanziamento: quindi più docenti, personale ATA, aspetti logistici e ampliamento dell’offerta formativa, in attesa di un intervento più organico da realizzare con le risorse del Pnrr. «Per quanto riguarda il distanziamento, interveniamo dove ci sono le classi più numerose, che si concentrano soprattutto nelle scuole di secondo grado delle periferie urbane. Abbiamo risorse già stanziate per queste situazioni, fondi che ora distribuiremo rapidamente», ha spiegato il ministro Patrizio Bianchi.
Le scuole poi, per quanto riguarda l’attività nelle classi, dovranno garantire un ricambio dell’aria con mezzi naturali o meccanici, dovranno disciplinare l’accesso agli spazi comuni. Infine, le mense: l’uso è consentito rispettando le ordinarie prescrizioni, ma si può pensare a pasti in fasce orarie differenziate. Previsti Help Desk per le scuole, da fine agosto, e tavoli territoriali di confronto presso gli Uffici Scolastici Regionali per una gestione capillare dell’emergenza. Confermata la collaborazione con il Commissario straordinario per la fornitura di gel e mascherine. Tra le regole confermate quella della permanenza a casa in caso di temperatura sopra i 37,5° o di altri sintomi influenzali.