“Non credo di leggerne manco uno, dei libri che la prof di italiano mi ha assegnato per le vacanze”. Mohamed era stato determinato, non aveva lasciato spazio a nessun ripensamento.

“Hai ragione! non mi interessa proprio leggere I Malavoglia o La coscienza di Zenoaveva aggiunto Omar, a ruota, anche lui senza il minimo dubbio circa il poco interesse per quelle letture assegnate senza neanche un perché, tranne un insignificante “bisogna conoscerli”.



“E cosa vuol dire, poi? Perché mai bisogna conoscerli?” aveva insistito Omar, che però un dubbio l’aveva: non sul senso della lettura, ma sulla motivazione, e cioè che la prof volesse i riassunti.

“Sei matto? Sei ancora fermo lì? I riassunti li trovi ovunque, basta cambiare le parole. E poi con ChatGPT si può fare tutto!”



Maurizio, il loro prof del centro di aiuto allo studio, era stato zitto fino a quel momento, voleva vedere dove sarebbero arrivati, anche se ormai era tutto chiaro. “Quindi?” aveva chiesto, interrompendo la loro dialettica. “Quindi che cosa leggerete?”

“Niente” aveva risposto in modo determinato Mohamed. “No, no, di leggere non se ne parla proprio.”

“Ma certo! Perché mai dovremmo leggere? È tempo perso, facciamo altro” aveva incalzato Omar.

Maurizio aveva mollato la presa, erano insieme per un gelato estivo, perfino la promozione senza debiti era ricordo, anche se l’euforia non sembrava ancora smaltita.



Quando si stavano salutando, Maurizio si era permesso di tornare sull’argomento. “Siete sicuri di non leggere proprio niente di quanto vi è stato assegnato dalla prof?”

I due si erano guardati. Mohamed aveva sorriso, ma era un sorriso per dire “non se ne parla!”, Omar aveva ribadito la stessa cosa, lui sapeva che leggere era inutile.

“Io fossi in voi ci penserei. Volete leggere altro? Ci possiamo pensare! Ma leggere è importante” aveva allora osato Maurizio.

Mohamed non aveva fatto una piega, Omar invece aveva abbozzato un “Perché?”

“Perché ti apre la mente, ti fa scoprire cose nuove” aveva insistito Maurizio, anche se non ci credeva più di tanto,. Gli sembrava di avere le armi spuntate. “Facciamo un patto?” aveva allora improvvisato una soluzione.

“Quale?” era stato al gioco Omar. Mohamed no, non ci pensava neppure.

“Scegliamo altri libri, partendo da quello che vi interessa. Poi lo diciamo alla prof e vediamo cosa dice.”

Omar era attirato dall’idea del cambio di programma. “Si può fare” aveva detto dopo un po’. Mohamed mentalmente li aveva mollati, non seguiva il loro strano percorso.

“Omar, che cosa ti interessa?” aveva allora chiesto direttamente Maurizio e il ragazzo aveva risposto con un impacciato “Boh!”.

“Possibile?” aveva incalzato Maurizio.

“Sì, non lo so… Nessuno mi chiede che cosa mi interessi, mi chiedono si sapere questo, di sapere quello, e poi quell’altro…”

Maurizio lo aveva guardato con grande tenerezza. Era venuto fuori chi fosse mai quel ragazzo, un vaso che tutti riempivano. Bisognava accendere un interesse, ci voleva un po’ di fortuna ma qualcosa era successo, perché Omar era rimasto spiazzato dalla domanda. Dove stava scritto che lui non potesse avere un suo interesse?

Maurizio intanto si era scervellato, ma non era riuscito a trovare un libro da proporre.

“Che dici se leggo “Io e te” di Niccolò Ammaniti, me lo ha proposto un amico. A lui è piaciuto, perché parla di un ragazzo che vuole stare da solo, chissà che non piaccia anche a me. Che ne dici?”

Maurizio si era detto “Ammaniti no!”, però si era morso la lingua in tempo. “Io e te” andava benissimo, Omar aveva trovato lui stesso il punto da cui cominciare. Andava bene così.

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