Era dall’inizio del mese di luglio che Omar, due volte la settimana, andava al centro di aiuto allo studio. Era stato promosso, però sapeva bene di non essere sufficiente in italiano. Gli insegnanti avevano deciso di promuoverlo ugualmente per gli ottimi risultati che aveva ottenuto soprattutto nelle materie scientifiche. In italiano no, lui studiava molto però nello scritto aveva ancora delle difficoltà non di poco conto. L’insegnante di italiano aveva accettato la scelta dei colleghi, del resto Omar era uno studente serio ed impegnato. Aveva però suggerito al ragazzo di lavorare, di farsi aiutare, così che il prossimo anno avrebbe potuto affrontarlo in modo più lineare. Omar aveva ascoltato il consiglio e si era impegnato per tutto il mese di luglio a fare temi, e Corrado, l’insegnante in pensione che lo aveva seguito, aveva notato che facendolo scrivere i miglioramenti pian piano si delineavano. Corrado lo aveva aiutato a imparare un metodo, a non scrivere a casaccio quello che veniva in mente ma ad avere delle idee, ad organizzarle e svolgerle una dopo l’altra.
La prima volta Omar aveva detto a Corrado: “A me non vengono mai idee, non so cosa scrivere! Il tema è sempre una sofferenza, mille volte meglio un compito di matematica.”
Corrado aveva sorriso, poi aveva preso un foglio e aveva scritto delle parole, dopo di che aveva detto al ragazzo: “Leggile.”
Omar non capiva, però aveva fiducia di Corrado e aveva letto. “Libero, felice, pandemia, scuola, rapporti” c’era scritto.
“Ora collegale!” aveva chiesto Corrado. “Metti insieme queste parole, facendo come una mappa che poi spiegherai.”
“Be’, vediamo. La libertà è poter esprimersi come si è…”
“No, non così – lo aveva interrotto Corrado – non è questa la strada. Raccontami un’esperienza in cui ti sei sentito libero e un’altra in cui puoi dire a ragione di essere stato felice, poi racconta dei rapporti che vivi nella scuola, come erano durante la pandemia e come sono oggi. E collega queste esperienze.”
Il volto di Omar era sempre più perplesso, non scettico, semplicemente non capiva.
“Vedi, Omar” gli aveva allora detto Corrado “per imparare a scrivere devi guardare la realtà, devi leggere la tua esperienza. Più avrai davanti cose reali più il tuo scrivere diventerà fluido!”
Da quel giorno di luglio Omar aveva fatto così e con grande meraviglia aveva scoperto una ricchezza che non immaginava, le parole gli uscivano con grande facilità, certo bisognava mettere a posto le frasi, curare la punteggiatura, imparare ad usare il congiuntivo, ma la materia su cui lavorare c’era ed in abbondanza.
Così era passato il mese di luglio e Omar aveva fatto un bel percorso. Il 4 agosto Omar si era recato al centro con un tema sul cambiamento climatico, che Corrado aveva guardato con attenzione: il contenuto andava benissimo, qualche piccolo errore nell’uso dei verbi e la punteggiatura non sempre completa.
“Un bel lavoro, ora riposati, poi a settembre rivedremo alcuni aspetti” aveva detto Corrado a conclusione dell’oretta di lavoro.
“No. Io vorrei fare altri temi” aveva risposto Omar in modo deciso. “Inoltre se può avrei una relazione da preparare su sant’Agostino e la verità.”
Corrado non si aspettava una simile reazione. Lo aveva guardato e in cuor suo si era domandato cosa significasse per lui questa richiesta del ragazzo.
“Imparare mi piace, in questo modo poi è appassionante. Per esempio questo argomento di filosofia quando mi è stato assegnato non mi diceva nulla e aveva un’unica strada di realizzazione, chiedere a Google, oggi invece è diventato interessante, so che per svolgerlo devo chiedermi cosa sia per me la verità.”
Corrado riuscì a stento a trattenere l’emozione, aveva capito che in quel mese ad Omar era accaduto qualcosa di decisivo. Si era creato un rapporto tra lui e quello che studiava, e tutto per una sufficienza in italiano ottenuta in consiglio ma presa sul serio.
“Va bene” aveva detto Corrado. “Per martedì prova a svolgere un tema sulla figura femminile in Dante e Petrarca. Per la relazione di filosofia procediamo come hai detto tu, anch’io mi chiedo cosa sia per me la verità.”
Poi aveva chiuso il quaderno che Omar aveva davanti e gli aveva fatto segno di rimetterlo nella borsa. “Ora andiamo a fare un bel giro in bicicletta sul Ticino!” gli aveva detto alzandosi.
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