Omar, Ahmed e Riccardo si erano dati appuntamento al centro di aiuto allo studio perché volevano farsi aiutare da Maurizio ad affrontare l’esame di maturità che ormai si avvicinava a passi veloci.
“Come va?” aveva chiesto Maurizio appena i tre ragazzi avevano varcato la porta. “Siete pronti per il grande giorno?”
“No! No” aveva risposto Omar, “ho una paura! Spero di farcela e che finisca presto.”
“Anch’io, anch’io” si aggiunse Ahmed. “Meccanica ci sta, ma su italiano non ce la faccio, temo un disastro.”
“E tu?” aveva allora chiesto Maurizio a Riccardo.
“Io? Peggio di loro, ho anche un voto di ammissione più basso, non arrivo al 30, ho 29. Però sono abbastanza tranquillo, mi hanno ammesso, non è un segnale positivo?”
“Con voti di ammissione così non c’è problema. Tranquilli, ce la fate.”
“Io voglio uscire e basta!”
“Ammesso con?” si era azzardato a chiedere Maurizio.
“33.”
“E allora. Su, non fate i bambini” aveva ribattuto Maurizio, “uscite da questa logica di voti e cerchiamo di capire come affrontare l’esame. Per che cosa siete venuti qui?”
“Per tutto” aveva risposto Ahmed.
“Facciamo delle cose concrete, per tutto non significa nulla!”. Quell’atteggiamento disfattista urtava Maurizio, vedeva i suoi ragazzi in preda al panico e in modo del tutto irrazionale, in quanto non vi era motivo di temere così un esame per affrontare il quale erano preparati. Certo non sapevano tutto, però avevano fatto un bel lavoro per diventare padroni del sapere, avevano a modo loro un approccio personale, critico. Ma tutto questo era come se fosse svanito d’un tratto.
Omar aveva capito ciò che Maurizio chiedeva e si era azzardato a dire che lui aveva due problemi. “Il primo è come scegliere la traccia, io ho fatto sempre la tipologia C.”
“Male! E il secondo?” aveva indagato Maurizio.
“Sono i collegamenti nel colloquio orale.”
Allora Maurizio aveva chiesto ad Omar che traccia avrebbe scelto e lui diretto aveva detto “C”.
“Perché?”
“Perché la so fare!” aveva risposto Omar.
“Non guardare a questo, il tema è l’occasione che tu hai per dire qualcosa di te, per raccontare come tu vivi l’avventura della conoscenza. Allora non fissarti sulla tipologia C, ma leggi tutte le tracce e scegli quella che ti permette di più di far vedere quanto vali, di documentare la tua passione di conoscere.”
“E i collegamenti?”
“Possiamo vedere insieme dei collegamenti, ma dipende da cosa ti presenteranno. I tuoi insegnanti non metteranno lì delle cose a caso, tu devi ragionarci sopra e tirar fuori dal tuo bagaglio quello che serve. Io sono sicuro che saprai trovare mille collegamenti!” Gli aveva detto Maurizio, con una certezza che aveva spiazzato Omar.
“Come fa a essere sicuro? A me pare di aver davanti un vuoto profondo. Ad esempio Pirandello con che cosa lo collego?”
“Ma non devi fare così. Tutto va visto nel suo contesto. Se ad esempio arrivi a Il treno ha fischiato puoi domandarti il contesto storico in cui vive Belluca, quel grigio ragioniere, e che senso abbia quel fischio, poi puoi vedere l’entrata dentro la nostra esistenza di questi mezzi meccanici come il treno, la loro funzionalità. Ma non farti prendere dall’ansia dei collegamenti, si fanno quelli che vengono in modo naturale. Perché questa è un po’ una leggenda, la maturità non è collegare la luna di Leopardi con il satellite e di conseguenza lo sbarco sulla Luna del 1969. No! Il vero collegamento è con te, è che tu leggi le domande che a Leopardi vengono guardando la luna e le scopri in te, ma in modo diverso da come le sentiva Leopardi, o parli dello sbarco sulla Luna e ti chiedi cosa c’entri con te. Questo è il lavoro da fare per il tema come per il colloquio, capire che puoi mettere in gioco te stesso.” E rivolgendosi a tutti Maurizio aveva sottolineato: “ognuno di voi ha molto da dare di sé. Io ne sono certo!”
I tre ragazzi lo avevano guardato sorpresi, ma colpiti da quella fiducia che riponeva in ognuno di loro. Non se l’aspettavano.
“Tu pensi che ce la facciamo?”
“Di più. Penso che potete dare il meglio e che verranno fuori cose super.”
I tre ragazzi erano stati in silenzio, avevano davanti uno che credeva in loro più che loro stessi. A quel punto Maurizio aveva rotto il loro silenzio con un deciso “e adesso fuori il libro di italiano, che sintetizziamo un po’ di cose!”
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