Il Covid-19 è entrato nelle nostre vite come un uragano, sradicando abitudini consolidate e certezze che ci eravamo costruiti. Basta alzarsi al mattino e, tra le altre cose, non poter neanche prendere un caffè al bar: è un esempio banale, ma emblematico della pervasività di questa microscopica minaccia. Lavoro nell’ambito dell’orientamento universitario, per una prestigiosa università milanese: anche in questo settore le ripercussioni causate dal coronavirus sono state molte. Fiere e saloni annullati, incontri con gli studenti e nelle scuole per presentare l’offerta formativa cancellati, Open Day impossibili da realizzare alle condizioni cui tutti siamo sempre stati abituati.



La scelta universitaria è, per sua natura, una fase della vita che inevitabilmente mette alle strette – in crisi, appunto – anche quando si ha la sorte di avere una qualche certezza su quale percorso intraprendere dopo il diploma. Ciò che c’è dopo non lo si può conoscere fino a quando non ci si mette effettivamente piede. Lo stesso termine orientamento è suggestivo a questo proposito: l’Oriente è dove il sole sorge, il punto dal quale la luce inizierà a rompere il buio della notte: gli antichi templi greci e romani, per questo, erano costruiti con la facciata rivolta ad oriente. I maturandi del 2020 ricorderanno bene questo eccezionale periodo storico: se vogliamo, la loro è una crisi nella crisi. E sono i primi nella storia a viverla.



In un momento e in un contesto assolutamente nuovo, e che ha tutte le caratteristiche per essere tragico occorre scoprire cosa può essere utile ai veri protagonisti della scelta post-diploma: gli studenti.

Se ne è parlato anche sul Sussidiario, ma forse vale la pena approfondire il tema.

Basta navigare nei siti di molte università italiane per accorgersi di come si siano attrezzate per offrire modalità alternative ai tradizionali Open Day, ampliandoli e inserendo al loro interno anche sessioni di incontri online di approfondimento su tematiche attuali. Anche le scuole superiori cercano di attuare saloni dell’orientamento virtuali, dove i futuri studenti possano incontrare gli esperti di orientamento delle varie realtà: università, accademie, Ssml, Its ecc.



Un’altra iniziativa che ha trovato un felice riscontro è la possibilità di effettuare colloqui di orientamento via Skype (o altra piattaforma): l’università per la quale lavoro, nel solo mese di aprile, ha effettuato 162 colloqui (l’anno scorso, nello stesso periodo, 107).

Certamente il tema dell’orientamento è da sempre assente da un serio dibattito pubblico anche prima della pandemia, ma non ci si può fermare a lamentarsi poco stimando i ragazzi che, raggiunta l’età adulta, dovrebbero per forza continuare ad essere imboccati.

L’ho visto in queste settimane di scuola: la gran parte degli studenti delle scuole con cui ho avuto la fortuna di dialogare per via telematica, ha vivo il desiderio di approfondire e capire quale sia la loro strada e, paradossalmente, la situazione di emergenza nella quale senza colpa sono stati tuffati sta facendo porre loro interrogativi che prima non avrebbero avuto, costringendoli in qualche caso a esplorare vie che non avevano mai preso in considerazione. È il caso di una ragazza che, un paio di settimane fa, mi parlava del desiderio di conciliare le competenze economiche e la conoscenza del servizio sanitario italiano. Come mai una tale curiosità?

Gli strumenti per fare orientamento, insomma, esistono e sono a disposizione di tutti coloro che abbiano almeno curiosità e desiderio. Un tema che semmai dovrebbe essere approfondito è la collaborazione tra scuola e università per costruire insieme percorsi che aiutino gli studenti: è il caso dei tanto vituperati “Percorsi per le competenze trasversali e per l’orientamento” che, laddove progettati non come ennesima procedura burocratica imposta dal ministero, hanno ottenuto proprio il risultato di introdurre i ragazzi al sistema universitario.

Un altro aspetto sul quale soffermarsi sono i numeri: quanti maturi scelgono di continuare a studiare (soprattutto l’anno che verrà)? Quanti immatricolati non abbandonano dopo pochi mesi (magari spinti dalla pandemia)? Dobbiamo avere l’umiltà di riconoscere che non lo sappiamo, anche se si stanno moltiplicando gli studi e le analisi interpretative di quello che succederà.

Occorre qualcuno che ricordi che il periodo dell’università può essere un immenso patrimonio per la vita futura della persona e, allo stesso tempo, può costituire esclusivamente il confine superato il quale finalmente affacciarsi al mondo del lavoro. Questa seconda opzione, però, nega a chi la adotta la possibilità di scoprire che l’università non è innanzitutto il luogo deputato alla trasmissione di competenze meramente tecniche, ma anche e soprattutto il posto in cui la persona è chiamata, dopo gli anni delle superiori, a maturare scelte, a fare ricerca, a porre quesiti per far sì che la conoscenza cresca.

Agnes Heller ci aveva già messo in guardia da questo tipo di università, quando scrisse che “nell’università di massa gli studenti sono così numerosi che è impossibile conoscerli tutti o parlare con ciascuno: si può solo analizzarli, registrarli. Si presume, inoltre, che essi non si iscrivano per imparare qualcosa né per ascoltare argomenti che li interessano, bensì solo per ottenere un buon lavoro e guadagnare quanti più soldi possibile. E dal momento che le motivazioni non possono essere controllate o testate, a meno di non usare una macchina che legga il pensiero, l’amministrazione controlla ciò che è controllabile, ovvero i dati. Come se i dati potessero davvero dirci qualcosa su ciò che motiva le persone”.

Questo momento unico può aiutarci a ricordare che l’università è nata nel medioevo proprio perché gruppi di giovani, alla ricerca di maestri per approfondire ciò che a loro stava a cuore, hanno orientato le loro strade verso di loro. L’orientamento, dunque, nasce sempre da chi la bussola la tiene in mano: a noi e a chi vi si dedica tocca rendere più chiara la mappa, arricchendo gli spazi, virtuali oggi, reali ieri e domani, in cui dialogare, comprendere, scegliere.

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