Il Congresso Nazionale di CdO Opere Educative giunge alla XXIII edizione: dal 10 al 12 marzo 2023, a Pacengo, nella splendida cornice della sponda veronese del Lago di Garda, avrà luogo il momento più significativo dell’associazione a cui aderiscono oltre 200 enti gestori di scuole paritarie, che si occupano della conduzione di quasi 800 scuole (dall’infanzia alla secondaria di secondo grado), frequentate da oltre 60mila ragazzi.
Molte di queste realtà sono istituti di ispirazione cristiana gestite da laici, ma, al contempo, fanno parte di questo network anche realtà di diversa tradizione educativa (Steineriani, Montessoriani, Scuole ebraiche, ecc.), oppure storiche opere di enti religiosi. La maggior parte di queste organizzazioni sono guidate da consigli di amministrazione di volontari, spesso genitori di figli che frequentano le scuole e che si assumono la responsabilità dell’opera per diversi anni. Nel corso delle sue varie edizioni, il convegno annuale è sempre stato un’importante occasione di approfondimento e di confronto su problematiche e su temi legati alla gestione delle opere educative.
Tali opere hanno a che fare con l’esigenza fondamentale dell’uomo di educare ed essere educato, nel tentativo di rispondere, al contempo, ad un bisogno specifico (l’istruzione scolastica). La responsabilità degli adulti che formulano e sostengono la proposta educativa si confronta con un contesto in rapida e profonda evoluzione.
Quotidianamente, nel mondo della scuola, ci si imbatte in sfide di grande portata: nuove esigenze imposte dall’organizzazione del lavoro, difficoltà a reperire risorse finanziarie ed umane e le richieste, più in generale, di un contesto umano e produttivo che richiede un ripensamento delle proposte, delle metodologie e degli strumenti didattici.
Di fronte a queste sfide, la tradizione che si è ricevuta in dote può rappresentare un aiuto per affrontare tali cambiamenti, oppure è una sorta di reperto archeologico da difendere dagli attacchi del tempo? Come chi conduce la scuola può vivere la responsabilità nel tempo immanente, senza timore di introdurre cambiamenti o fare scelte innovative di cui forse non vedrà i frutti? Queste e altre domande saranno a tema in queste giornate e, nel dialogo con i vari relatori, si apriranno nuovi spunti di lavoro e di riflessione.
Il Convegno inizierà venerdì 10 marzo con il contributo di Fr. José Medina, docente presso la Brookewood School di Kensington, in Maryland. Fr. José, che opera in un contesto che, per certi aspetti, si è confrontato in anticipo con alcune sfide che la scuola italiana solo oggi si trova ad affrontare, porterà la sua personale esperienza di docente e si confronterà con il tema del convegno “Proposta educativa e nuovi bisogni in mondo che cambia”.
Altro tema scottante, che purtroppo da anni attanaglia la scuola (e non solo) è l’emergenza educativa, dove per emergenza, ormai, non si intende più la punta di un iceberg che appena affiora sulle onde del vasto mare, ma sempre più appare come una montagna invalicabile. Da qui la pretesa di riuscire a sanare con un rimedio tanto risolutivo, quanto impossibile da realizzare, tutto il dolore, l’ansia, la paura che si genera nei giovani e sempre di più anche negli adulti. Questa la provocazione lanciata a Silvio Cattarina, presidente della Cooperativa Sociale “L’Imprevisto” di Pesaro, realtà attiva dal 1996 nell’accompagnamento e nel recupero di ragazzi devianti e con tossicodipendenze, che interverrà sabato pomeriggio sul tema “Emergenza educativa. Un imprevisto è la sola speranza”.
Proprio sulle pagine di questo quotidiano, il relatore è recentemente intervenuto guardando con grande paternità e bonarietà la fatica dei genitori, il loro smarrimento (soprattutto quando i figli vivono situazioni di fragilità), affermando che la loro attesa è che “l’indicibile vissuto dei loro figli possa essere ascoltato, considerato, possa incontrare un amore gratuito e incondizionato”. Questa provocazione è colta dalla scuola in tutta la sua radicalità. Come non desiderare luoghi di educazione che si offrono come “un porto, una compassione, un’amicizia”?
Il sabato mattina sarà invece proposto il racconto di alcuni tentativi in atto, provenienti da luoghi lontani e collocati in contesti sociali molto diversi fra loro. Interverranno Fr. Abdel Masih Fahim, Ofm, segretario generale delle scuole cristiane in Israele; Alberto Raffaelli, presidente del Festival nazionale dell’innovazione scolastica; don Paolo Zago, rettore Istituto G.B. Montini di Milano; Andrea Leonello, presidente Fondazione Santa Caterina di Pescara, ente gestore della prima “scuola primaria Cambridge” in Abruzzo, e a seguire numerosi workshop e tavoli di lavoro.
Domenica mattina, nel tentativo di approfondire come l’innovazione parta sempre dalla persona, sono stati invitati Carlo Carabelli, direttore generale di Aslam e Fondazione Its Lombardo-Mobilità sostenibile e Giovanni Giovannelli, President English Language Learning di Pearson PLC, i quali si metteranno in gioco sul tema proposto e racconteranno come, nel loro contesto lavorativo, davanti alle sfide e ai cambiamenti, si lasciano interrogare su potenzialità e ostacoli che le trasformazioni introducono, provando a guadagnare nuove prospettive di lavoro. Un augurio di buon lavoro agli oltre 400 partecipanti che interverranno.
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