Le positive notizie giunte dal Parlamento in cui si sta concludendo l’approvazione definitiva del “decreto Rilancio” (oggi il voto finale) ci comunicano la decisione politica di raddoppiare da 150 a 300 milioni complessivi i contributi straordinari per le scuole paritarie così suddivisi: 165 milioni per la fascia 0-6, 120 milioni per primarie e secondarie con innalzamento dell’età fino a 18 anni e 15 milioni destinati alle Regioni che provvederanno alla distribuzione secondo le necessità dei territori.



Questo importante risultato ha un forte valore politico poiché riconosce a pieno titolo l’appartenenza delle scuole paritarie all’unico sistema nazionale di istruzione, come previsto dalla legge 62/2000.

Un risultato ottenuto principalmente grazie ad un mese di forti pressioni di tutte le associazioni, cui ho dato anch’io un piccolo contributo a fine maggio con un articolo che ha messo in evidenza il grave problema sociale che si manifesterebbe nel caso in cui un’ampia percentuale di scuole paritarie dell’infanzia non riaprisse a settembre, e a politici di maggioranza e minoranza che si sono fatti carico del grave problema concordando modifiche al provvedimento e ottenendo la loro approvazione.



Il primo segnale che il percorso si stava incanalando sulla giusta strada è stato l’appello bipartisan sottoscritto dai parlamentari facenti parte dell’Intergruppo parlamentare per la sussidiarietà in cui hanno preso l’impegno “a lavorare insieme nel passaggio parlamentare per aumentare le risorse destinate a tutte le scuole paritarie, dalla materna al termine delle superiori, così da permettere loro di affrontare i costi sostenuti durante l’emergenza Covid e quelli che serviranno per garantire l’erogazione del servizio pubblico educativo in piena sicurezza alla ripresa del nuovo anno”.



Parallelamente a questa disponibilità ha preso vita una forte pressione delle associazioni del settore che ha portato ben 50 di loro (Forum Famiglie e Comunità ebraiche), a firmare l’appello pro paritarie cui è seguita la progettazione di un “web pressing” parlamentare organizzato a metà giugno dal Comitato Polis pro persona e da Ricostruire (Più parità per le paritarie, più libertà per tutti). Il webinar ha visto la partecipazione, oltre che di esponenti delle associazioni firmatarie, di leader e parlamentari di primo piano di diversi partiti (Iv, FI, Lega, Pd, Nci, Fdl, Leu) con l’endorsement della senatrice Maria Elisabetta Casellati, presidente del Senato della Repubblica.

Con questo spirito i parlamentari votati alla causa, pur appartenenti a formazioni politiche diverse, hanno costituito, di fatto, una “maggioranza trasversale di scopo” ed hanno operato mirabilmente, superando qualche resistenza ideologica, raggiungendo l’importante risultato.

A questi parlamentari va il plauso non solo per il risultato, ma anche per la determinazione con la quale hanno operato, come hanno subito riconosciuto le associazioni di settore in un comunicato congiunto, evidenziando anche la valenza politica del risultato poiché “La decisione del Parlamento rappresenta un passo importante nella direzione di considerare, finalmente, le scuole paritarie parti costitutive del sistema nazionale di istruzione, realtà sociali che svolgono un servizio pubblico e rappresentano una risorsa importante per tutto il Paese”.

Ritengo che questa spinta e questa determinazione debba continuare poiché incrociata all’aiuto alle scuole paritarie, vi era una “missione sociale” che non può rimanere “incompiuta”. 

Gradualmente i media e conseguentemente l’opinione pubblica ha preso coscienza della grave situazione sociale che deriverebbe dall’impossibilità per molte famiglie di poter usufruire, a settembre, di un servizio scolastico onde permettere loro di poter andare al lavoro.

L’utilissimo stanziamento economico straordinario per il settore 0-6 deciso in Parlamento ridurrà, ma non eliminerà, il fenomeno della chiusura delle scuole più fragili economicamente. I calcoli economici fatti evidenziavano la necessità di un intervento maggiore, anche se non di elevato importo.

A questo si aggiunge il problema degli esuberi derivanti dalle regole di distanziamento che, oltre a nuovi costi, riduce molto la ricettività nella fascia 0-6. Significativo il recente intervento del sindaco di Milano in una intervista in cui sottolinea che “a settembre il problema più grave è quello della fascia di età tra 0 e 6 anni, oggi non riesco a rispondere a 12mila famiglie in lista di attesa”.

Ritengo pertanto urgente mettere subito allo studio il problema sociale per darvi soluzione, sia emanando norme chiare utili all’organizzazione di questo servizio, sia stanziando le risorse necessarie affinché si possano coprire tutte le esigenze dei genitori-lavoratori e dei bambini, affinché abbiano la dovuta cura educativa. 

Il risultato ottenuto in questi giorni in Parlamento che, di fatto, ha ridato pari dignità di appartenenza al sistema pubblico alle scuole dell’infanzia paritarie, potrebbe essere utile per la ricerca di soluzioni che mettano in positiva sinergia scuole paritarie, paritarie comunali e statali al fine di dare una concreta risposta a tutte le famiglie aventi diritto.

Il problema sociale è grave anche perché oltre a mettere in difficoltà o far perdere il lavoro a molti genitori, interferisce con la necessità di ripresa economica di cui il nostro Paese ha grande bisogno.

Invito i parlamentari che hanno costituito la “maggioranza trasversale di scopo” sopra citata, possibilmente allargata ai parlamentari del M5s che si dicono favorevoli verso il settore 0-6, ad affrontare con la stessa determinazione questa nuova sfida, convinto che saranno capaci, anche in questo caso, di trovare la giusta soluzione.