Nasce la prima scuola per principesse a Milano (Rho, per la precisione) ed è subito caos. Dopo la diffusione a mezzo social della locandina, mediante la quale si annunciano lezioni semestrali rivolte a bambine d’età compresa fra i 6 e i 9 anni, nelle quali si impareranno i capisaldi del bon ton, tra cui portamento, galateo, dizione e camminata sui tacchi, i social si sono rivoltati contro l’organizzazione del corso. Leggere alcuni commenti per credere: “Sono allibita. Dovrebbero vietare queste nefandezze per legge”. Oppure: “Ma non vi vergognate? Siamo nel 2023, ci stiamo battendo i tutti i giorni per cercare di cambiare questa cultura sessista e patriarcale con tutti i mezzi possibili, abbiamo femminicidi tutti i giorni perché gli uomini pensano, ancora, che le donne siano cose di loro proprietà, facciamo battaglie per il gap salariale, per incoraggiare le donne a studiare materie scientifiche e tecniche, e potrei continuare. Io vi denuncerei, altroché”.
Come sottolineato da “Il Messaggero”, l’organizzatrice dell’iniziativa denominata “scuola per principesse”, ha spiegato che l’idea nasce per infondere autostima, per capire che non serve un cerone in faccia, ma basta un lucidalabbra, per comprendere che una principessa deve aiutare il prossimo e incoraggiare le persone a rincorrere i propri sogni: “Nessuna bambina dovrebbe mai sentirsi giudicata per quello che magari è un suo sogno nel cassetto. Ci sono bimbe che passano ore a truccarsi, travestirsi, mettersi ciocche finte, perché non farlo in compagnia? Trovo maschilista e parecchio ignorante giudicare una cosa così leggera come un’assurdità e tante altre parole usate”.
SCUOLA PER PRINCIPESSE, ROSA PERROTTA: “NON È SBAGLIATA L’IDEA DELLA FIGURA, MA IL CONTORNO IN SÉ”
La creatrice del corso, Stefania Vadalà, alla fine ha scelto di scrivere un post su Facebook per chiarire ulteriormente l’intento della scuola per principesse: “Il post non intendeva proporre un corso di educazione per bambine, non voleva proporre di abbracciare stereotipi di genere e non voleva criticare altre forme di espressione dell’infanzia. Per noi bambini e bambine possono essere qualsiasi cosa, possono esprimere la loro bellezza attraverso qualunque forma, possono interpretare qualunque personaggio senza che questo etichetti il loro essere. Questa è una ludoteca. Il fatto che ci fosse una bambina nella foto di presentazione, scelta forse un po’ sommaria, non esclude che l’invito fosse aperto a tutte e tutti. Oggi si gioca alle principesse, domani agli indiani. Tutto qui”.
L’influencer Rosa Perrotta, ex tronista di “Uomini e Donne”, trasmissione in cui ha conosciuto il compagno Pietro Tartaglione, ha commentato la vicenda sulle colonne de “Il Messaggero”: “Io penso che si debba fare una differenza. Non è sbagliato in sé il concetto di principessa, semmai lo è il contorno. È sbagliata l’idea di attendere un principe che si prenda cura di te. Alle bambine si può insegnare a essere principesse, perché no? Ma indipendenti e autonome. La vita mi ha insegnato che sono spesso le principesse a salvare i principi azzurri. Sono loro che hanno bisogno di noi”.