L’aiuto più grande che possiamo dare a un ragazzo è passare dal bisogno di approvazione e consenso al bisogno di essere amato.

Alunni e figli ogni giorno cercano la consistenza del vivere nell’essere guardati. Pensano di dover continuamente dimostrare qualcosa a qualcuno per sentirsi giustificati e a posto. A volte questa esigenza è dovuta a pressioni esterne, ma nella maggior parte dei casi sono gli stessi ragazzi che chiedono a se stessi questa “dimostrazione di esistenza”.



Uno studente di quinta superiore mi ha raccontato di aver affrontato un test motivazionale durante uno stage scuola/lavoro. Lui pensava di essere una persona fortemente appassionata, interessata; invece ha avuto la delusione di ottenere nella parte del questionario che riguardava la motivazione -10. Il mondo gli è crollato addosso. “Mi sono accorto che senza l’approvazione della gente che mi sta attorno, non mi muovo, non ho più energia”.



Un suo amico ha scritto su whatsapp di accorgersi di avere necessità di essere guardato e considerato dai suoi amici e dai suoi prof. Per questo si sente continuamente in dovere di impegnarsi in tanti campi diversi e dare il massimo dei risultati: “ho cercato continuamente l’approvazione del mio allenatore, dei miei professori, degli amici con cui suono. Ma ora mi sento vuoto. Non so più chi mi guarda stimandomi veramente, non so cosa sia questa stima. E questo vuoto mi terrorizza. Preferisco non pensarci, non guardarlo”.

Così ai genitori i ragazzi cercano di dimostrare la propria bravura e le propria efficienza scolastica (o al contrario di giustificare la propria sconfitta didattica attraverso disagi e malattie); un’amica psicanalista, Valeria, mi ha spiegato che la maggior parte dei casi di giovanissimi che si tagliano, si feriscono o tentano il suicidio, lo fanno per rendersi presenti, dimostrare la propria consistenza al mondo circostante.



Ai professori devono dimostrare di essere capaci, di avere competenze. Di avere una preparazione che si aspetta di essere valutata col massimo dei voti.

Dagli amici cercano approvazione e ascolto. Cercano di consistere della stima del gruppo, degli sguardi e delle parole di consenso della loro cerchia.

Nello sport, nell’espressione musicale, si cerca di essere al centro. Di essere fondamentali e necessari alla riuscita, al raggiungimento degli obiettivi del complesso o della squadra. Di ottenere il successo.

Come noi adulti possiamo aiutarli dal soccombere in questa corsa al massacro delle anime e delle coscienze (ricordate il film di Pollack Non si uccidono così anche i cavalli)?

Aiutando i ragazzi a passare dal bisogno apparente di approvazione a scoprire l’unico vero bisogno, quello di essere amati così come si è.

Come si fa? Amandoli così come sono.

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