Questo è il periodo in cui “si fa” la scuola: vengono nominati i dirigenti, avvengono le immissioni in ruolo così come le utilizzazioni e le assegnazioni provvisorie. Tutti gli occhi e tutte le aspettative vengono rivolte molto spesso alla componente docente. Meno interessante risulta la compagine Ata (tranne che per i diretti interessati). Le figure del collaboratore scolastico, assistente di laboratorio e soprattutto impiegati delle segreterie scolastiche sono però fondamentali per il funzionamento dell’ambiente di lavoro. Sono peraltro professioni che garantiscono un buon profilo stipendiale e mansioni non particolarmente complicate.
I collaboratori sono i custodi, aprono, chiudono si occupano dell’accoglienza, del centralino e della pulizia e igiene degli edifici e delle suppellettili. Sono figure importanti, il loro volto rassicurante e la disponibilità a rispondere alle esigenze di docenti (fotocopie, brevi sostituzioni al cambio dell’ora) e degli alunni oltre che delle famiglie ti accompagnano durante l’orario di accesso agli edifici scolastici. Personalmente ne ho incontrati di competenti, pronti e cordiali e ritrovarli di anno in anno assicura una forma di sicurezza e continuità.
Il centro nevralgico di tutte le funzioni legate alla scuola è sicuramente la segreteria che fa capo al direttore dei servizi generali amministrativi (Dsga). Qui ci si occupa degli alunni, del personale, dell’amministrazione (rendiconti e bilanci); è quindi evidente che sia richiesto un profilo professionale non casuale, occorre un titolo di studio adeguato, competenze di segreteria e/o ragioneria ed informatiche (tanto per cominciare). Purtroppo la continuità del personale in tale ambito non è affatto garantita. Non mi riferisco soltanto al balletto di Dsga e impiegati addetti agli uffici che interrompono continuità ed efficienza, ma al fatto che purtroppo il personale reclutato per le segreterie talvolta non è qualificato e sempre più spesso tali posizioni sono ricoperte da chi l’anno precedente si occupava delle pulizie.
Capita che negli uffici non ci sia nemmeno una figura competente e preparata e questo provoca ingenti danni: al personale della scuola, in quanto spesso ci sono ritardi nella registrazione dei contratti di lavoro con spiacevoli disguidi per l’accredito degli stipendi, rallentamenti nella ricostruzione della carriera del personale neo-immesso e non ultimo nella gestione delle pensioni.
Altra problematica che si verifica come drammatica conseguenza di quanto descritto riguarda la possibilità delle stesse scuole di accedere ai bandi europei e regionali per migliorare l’offerta formativa e rispondere in modo efficace alle esigenze dell’utenza (mi riferisco ai Pon e altri bandi). È capitato di preparare progetti presentati in tempo e reputati vincitori di bandi europei anche per ingenti quantità di denaro ma poi inutilizzati per l’inadeguatezza del personale della segreteria che non è stata in grado di completare la procedura per avviare l’attività. È evidente il grave danno arrecato all’utenza che non ha potuto usufruire delle iniziative proposte.
Come è possibile che sia tanto difficile reclutare personale all’altezza di tali compiti e che sempre più spesso arrivino persone inadatte a ricoprire tali ruoli?
Il sistema delle graduatorie si inceppa e produce questo guaio. Non punto il dito verso chi, avendo le carte in regola, desidera migliorare professionalmente e pur partendo da livelli e mansioni “inferiori” accede ad incarichi più prestigiosi, essendone in grado. Il passaggio di ruolo così come la possibilità di scegliere il grado di scuola per i docenti è sempre esistito e ben regolamentato. Non altrettanto bene però funziona il reclutamento degli Ata e degli stessi Dsga dove i requisiti per l’immissione in ruolo sono chiari ed inequivocabili, ma per le supplenze pare che non valgano i medesimi criteri. È mia intenzione evidenziare il problema e le sue conseguenze, ma omettere di precisare come avvengano le operazioni di assunzione del personale, pertanto indirizzo l’approfondimento su tali questioni verso la stampa specifica.
In sintesi la graduatoria da cui si attinge per il reclutamento dei supplenti dell’area amministrativa è occupata nelle prime posizioni dai collaboratori scolastici che avanzano vertiginosamente per effetto del servizio (svolto come collaboratore) rispetto a chi possiede il titolo di studio ma scarsa anzianità di servizio. Come si legge in numerosi articoli o lettere su Orizzonte scuola o altra stampa specifica del settore la situazione è paradossale. “Purtroppo, l’attuale sistema di reclutamento, pensato in un’epoca in cui chi aveva la laurea ambiva a posti ben più prestigiosi, fa sì che i primi posti delle graduatorie siano pieni di collaboratori scolastici che, grazie all’enorme punteggio maturato, sorpassano qualsiasi giovane laureato, nella maggior parte dei casi, enormemente più preparato e adatto al ruolo” (Cfr. Orizzonte scuola, “Graduatorie Ata terza fascia assistenti amministrativi: valutare laurea più di due punti e assumere personale preparato” 4 feb. 2021).
È pertanto auspicabile e necessaria una riforma del sistema che garantisca stabilità alle scuole non solo per la componente docente (la cui immissione in ruolo o normativa di assunzione a tempo determinato viene costantemente rivista, quasi annualmente) ma soprattutto per le figure professionali della segreteria, categoria da troppo tempo trascurata con conseguente grave danno per il funzionamento delle scuole e della loro offerta formativa.
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