Portofranco Italia è stato presente al Meeting di Rimini in uno spazio a forma di arena (pad A3) dove ogni giorno alcuni dei 40 centri presenti in Italia hanno raccontato l’esperienza fatta quest’anno. Sono stati momenti di grande intensità nei quali è emersa la creatività dei volontari di Portofranco, che trovandosi di fronte al bisogno ne scoprono le tante sfaccettature e ne tentano la risposta.
È così venuto alla luce che ciò che caratterizza l’azione di Portofranco è la “passione per l’uomo” testimoniata al Meeting di Rimini e che porta i volontari a condividere il bisogno dello studio, da cui si aprono tanti altri bisogni, come quello del cibo per le famiglie povere o quello dell’orientamento e delle scelte oltre la scuola, o ancora quello delle diverse difficoltà di apprendimento e, prima ancora di tutti questi bisogni, quello di uno sguardo umano in cui ritrovare se stessi.
Ed è questo ciò che colpisce e commuove di Portofranco, l’essere un luogo che inizia dallo studio, che affronta questo bisogno attraverso il rapporto personale e arriva sempre a toccare il bisogno che la vita abbia senso e che la propria persona abbia un valore.
Tutte le esperienze raccontate durante il Meeting di Rimini hanno testimoniato che a Portofranco un ragazzo o una ragazza incontrano uno sguardo su di sé e nell’affetto che trovano la loro vita riparte. A Portofranco si tocca così la questione decisiva dei giovani d’oggi, che, posti tra la resa e la prestazione, rischiano di perdersi, mentre in quel luogo incontrano uno sguardo che fa ritrovare loro il valore che hanno. E questo è un messaggio alla scuola dei nostri giorni: tra i banchi di scuola vale il metodo di Portofranco, una passione umana ad ogni ragazzo o ragazzo, uno sguardo che li vada a intercettare e rilanci la loro libertà. Prima dei soldi o di tanti progetti nella scuola ci vuole uno sguardo umano!
Portofranco Italia ogni giorno al Meeting ha dato spazio ad uno o più dei propri centri perché raccontassero l’esperienza di quest’anno. Ha iniziato sabato 20 agosto la realtà di Bologna che si chiama Scholé. Licia Morra ha raccontato del rapporto che vi è con Penny Wirton di Bologna, di cui ha parlato Perla Scicolone. Un’esperienza molto significativa, in cui si aiutano gli stranieri a imparare la lingua, e di questo ha dato una testimonianza commovente una ragazza pakistana di nome Miral che ha trovato uno sguardo che l’ha accompagnata non solo ad apprendere una lingua nuova, ma a riconoscere il proprio valore unico.
Domenica 21 agosto vi è stato un dialogo di grande intensità tra Alberto Bonfanti, presidente di Portofranco Italia, e don Claudio Burgio, dell’Associazione Kayròs. Bonfanti e don Burgio hanno raccontato quello che oggi vivono condividendo il bisogno che incontrano in due realtà diverse ma in cui vibra lo stesso metodo: la certezza che nell’altro vi è un cuore e che esso vale più di quello che uno è o ha fatto. Il punto diventa arrivare al cuore, smuovere il cuore che fa iniziare un cammino di libertà. Ogni ragazzo, ogni ragazza può ripartire: basta che incontri uno sguardo.
Lunedì 22 agosto vi è stato un incontro che ha messo a tema lo sguardo umano che si incontra a Portofranco. Giuseppe Meli, presidente di Portofranco Palermo, ha raccontato quello che è successo durante la pandemia. I volontari di Palermo si sono accorti che la pandemia ha messo in difficoltà diverse famiglie dei ragazzi che frequentano il centro. Questo li ha portati ad organizzare una distribuzione di pacchi alimentari a favore delle famiglie bisognose. Questo di Palermo è un esempio significativo sia della dilatazione del bisogno, sia del fatto che la gratuità non si ferma mai e cerca di arrivare a tutto.
Vi è stato poi il racconto dell’esperienza di Portofranco Verona, di cui hanno parlato Francesca Briani, già assessore all’istruzione del Comune di Verona, e Maria Sorpresa, di Portofranco Verona: questa esperienza ha messo in evidenza un altro aspetto molto importante, quello del rapporto con l’istituzione. A Verona si è creato un rapporto tra l’assessore all’istruzione e Portofranco, un rapporto in cui l’istituzione ha valorizzato ciò che fa Portofranco e ha sostenuto alcune sue iniziative.
Sempre lunedì vi è stato poi l’intervento di Martino Diez (direttore di Oasis e docente Università Cattolica di Milano) che ha raccontato del viaggio a Lampedusa promosso dall’Unedi (Ufficio nazionale della Chiesa cattolica per l’ecumenismo e il dialogo interreligioso) e in cui per tre giorni cattolici e musulmani hanno dialogato sul tema della cittadinanza attiva.
Martedì 23 agosto è stata la realtà di Rimini a raccontare la sua esperienza di incontro e di collaborazione con la Fondazione Gigi Tadei, un rapporto con un’azienda di alto livello e che ha nella sua mission quella di valorizzare e sostenere le opere educative. Gabriella Giavolucci, presidente di Portofranco Rimini, ha raccontato dell’incontro con Emma Tadei (presidente Fondazione Gigi Tadei) e Valerio Tomaselli (presidente Cooperativa sociale Amici di Gigi che opera all’interno dei bisogni socio-educativi e sostiene i ragazzi che hanno storie di grande disagio). È stato l’incontro con una persona dalla passione per l’umano come Emma Tadei che ha portato a far sì che un’azienda sostenesse un’opera come Portofranco.
Mercoledì 24 agosto sono intervenuti Anna Benetti, presidente di Portofranco Sondrio, che ha raccontato della storia del loro centro e del rapporto con Mario Ballantini (già direttore del Dipartimento di Salute mentale e Dipendenze di Sondrio) il quale ha testimoniato dell’importanza di un intervento oggi sul disagio giovanile; non il titolo di un tema scolastico, ma ragazzi e ragazze che soffrono. Francesco Tanzilli, di Fronte del Porto di Desio, ha testimoniato la ricchezza di esperienza del loro centro e come gli studenti più grandi hanno aiutato quelli più piccoli, segno che Portofranco può essere una possibilità per imparare la gratuità per gli studenti delle scuole superiori. Due studentesse universitarie hanno poi parlato di quanto sia importante per la loro crescita dare del tempo a Portofranco Monza: due interventi di una grande freschezza che hanno testimoniato quanto sia importante una presenza di volontariato giovanile.
Anna Negri dell’Associazione Bottega dell’orefice, sezione lombarda, ha parlato del rapporto che si è creato con Portofranco con cui si è realizzato un progetto dal titolo “Insieme …valgo!” che ha puntato sulla valorizzazione della figura femminile intesa come relazione. Due le iniziative particolarmente significative di cui ha parlato Anna Negri: una è uno spettacolo sulla figura femminile con la collaborazione del Rotaract, l’altra un lavoro fatto con un gruppo di ragazze egiziane con le quale si è fatto un cammino in cui è stato insegnato loro l’italiano e che ha dato un frutto eccezionale, la produzione di loro poesie.
L’ultimo atto della presenza di Portofranco al Meeting è stato giovedì 25 agosto. Valerio Capasa, insegnante, e Aldo Capotorto, presidente di Portofranco Taranto, hanno affrontato il tema della libertà, spiegando come dalla gratuità nascano giovani liberi. Capasa ha stigmatizzato questa scuola dove ormai domina la prestazione: a questa logica che fa decadere il desiderio della conoscenza si risponde solo con la sfida della libertà, facendo vedere a ragazzi e ragazze quanto sia bello studiare per passione.
Essere stati presenti quest’anno al Meeting ha valorizzato ciò che si vive nelle diverse realtà di Portofranco: in ogni centro si incontra la passione per l’uomo a cui ci ha educato don Giussani. Al Meeting si è visto che Portofranco è una realtà ricca e variegata, ma in ognuna vi è lo stesso metodo, i ragazzi e le ragazze ritrovano se stessi nella gratuità di uno sguardo e di un cammino umani.
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