Il Partito Democratico chiede l’eliminazione del voto in decimi: tema molto spinoso quello dell’educazione e della scuola, in questo periodo di pandemia da Coronavirus. Come sappiamo, da ormai due mesi e mezzo gli istituiti scolastici sono chiusi per evitare la diffusione del contagio; questo ha aperto alla didattica a distanza a tutti i livelli, e dell’argomento si è discusso in lungo e in largo e non sono con riferimento specifico agli esami di stato finali (dal diploma delle scuole secondarie di primo grado alla maturità per gli istituti superiori o, come si chiamano oggi, secondarie di secondo grado). Tra chi ha approcciato il nuovo strumento con entusiasmo a chi ha fatto più fatica, i riscontri sono molteplici e adesso il Pd ha lanciato la proposta di cambiare la valutazione degli studenti, con particolare riferimento al primo ciclo.



Per primo ciclo di istruzione, in Italia, si intendono gli otto anni che sono obbligatori per tutti: il quinquennio della scuola primaria, ovvero la scuola elementare, e il triennio della scuola secondaria di primo grado che un tempo era conosciuta come scuola media inferiore. Naturalmente, anche per un motivo legato alla minore età degli alunni, interagire tramite video lezioni può essere problematico; spesso i genitori devono anche supportare in prima persona i loro figli (questo vale in particolar modo per la primaria) ed è chiaro che l’interazione con gli insegnanti non possa essere la stessa che si ha dal vivo, nelle classi. Tuttavia le scuole sono chiuse e lo rimarranno fino a settembre; per questo il Pd, preso atto della situazione, ha detto che “occorre rivedere la questione della valutazione, per il primo ciclo o almeno per la scuola primaria”.



PD PROPONE ABOLIZIONE DEL VOTO DECIMALE

Si legge su Repubblica: le dichiarazioni sono di Camilla Sgambato, responsabile scuola del partito. “La Didattica a distanza ha mostrato forti criticità e non è riuscita a raggiungere la totalità degli studenti allo stesso modo” continua la nota; ecco perché il Pd sostiene che la valutazione odierna debba recuperare “tutto il suo significato di dar valore a ciò che gli studenti hanno vissuto in questi mesi da incubo”. In che modo? La proposta è quella di sospendere la valutazione in decimi almeno per la scuola elementare, con la motivazione che questo metodo “corre il rischio di accentuare le diseguaglianze sociali, economiche, di condizioni abitative e culturali delle famiglie”. L’anno scolastico però è quasi finito, pertanto bisognerebbe vedere se questa modifica si possa in qualche modo considerare retroattiva o se riguardi gli ultimi voti che verranno assegnati agli studenti, ivi compresi quelli finali dell’annata.

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