Gli studenti di oggi sono una generazione immersa nel mondo digitale e non possono essere lasciati soli nella gestione dei profondi cambiamenti offerti dalle tecnologie di informazione e comunicazione.
Le nuove istanze di una società sempre più globale e complessa impongono, ben prima della pandemia, e ancor più oggi, una profonda rivisitazione della didattica e dell’organizzare le scuole. Esse rappresentano luoghi nei quali porre le basi affinché i giovani acquisiscano, oltre conoscenze, anche competenze personali, sociali, di cittadinanza e culturali che li rendano autonomi, motivati e orientati ad affrontare problemi.
Corrispondere ai nuovi paradigmi educativi implica creare ambienti di apprendimento adeguati, in grado di porre al centro non la tecnologia – presente, nella misura in cui è necessaria – ma la pratica didattica, a favore dello sviluppo delle competenze, della collaborazione e della didattica attiva, per problemi e progetti secondo nuove logiche di gestione delle informazioni, improntate alla partecipazione ed alla condivisione dei saperi, all’acquisizione di competenze digitali, cioè di capacità di utilizzare in maniera sicura, critica e responsabile le nuove tecnologie. Esse potranno diventare determinanti anche per rimuovere gli ostacoli dalle problematiche relative alle disabilità, ai bisogni educativi speciali, al superamento dei divari generati dalle differenze territoriali, sociali ed economiche.
Tecnologie a scuola, dunque, come valore aggiunto, in grado di modificare l’ambiente di apprendimento e di potenziare l’attività che in esso si svolge: al centro della classe c’è sempre l’insegnante – che governa i processi e fa da guida e da riferimento per gli allievi – chiamato ad un nuovo modo di fare didattica che genera cambiamento e innovazione. Gli spazi e gli strumenti tecnologici aiutano a generare modalità di apprendere che accompagnino i ragazzi per la vita, rendendoli da subito più protagonisti attivando processi di apprendimento di tipo collaborativo che valorizzano la costruzione sociale della conoscenza.
E come evolverà l’educazione nell’era dell’IA? Da una parte gli studenti avranno sempre più la necessità di acquisire competenze sul funzionamento dell’IA, per poterla utilizzare a proprio vantaggio, ma anche per saperne distinguere eventuali usi impropri; dall’altra, essa potrebbe aprire nuovi scenari per le pratiche didattiche.
Non si tratta di mettere in discussione la relazione insegnante-alunno: ciò che invece è richiesto alla ricerca e alle politiche educative è di interrogarsi su come l’IA possa favorire l’apprendimento a scuola e fare in modo che siano gli educatori stessi a guidare la trasformazione, offrendo indicazioni alle aziende dell’EdTech. Un intento espresso sia dalla Commissione europea nel Piano d’azione per l’istruzione digitale (2021-2027) sia nella Strategia italiana per l’Intelligenza Artificiale, pubblicata dal ministero dello Sviluppo economico, che sottolineano come sia necessario riprogettare il curricolo delle scuole includendo anche le competenze in materia di IA e di dati, ripensando una didattica “al tempo del digitale”.
Ed è questo il tema del convegno internazionale promosso dall’associazione professionale Disal (Dirigenti scuole autonome e libere), che si terrà a Bergamo, capitale della cultura 2023, nei giorni 30-31 marzo e 1 aprile 2023 al quale parteciperanno dirigenti scolastici, coordinatori didattici, dirigenti tecnici e docenti delle scuole statali e paritarie di ogni ordine e grado. “La scuola al tempo del digitale. Tra ricerca educativa e nuovi apprendimenti”: è questo il titolo del convegno per aprire scenari che aiutino a guardare la realtà presente in vista di quella che sarà, con la disponibilità e la curiosità di chi interpreta la scuola come luogo di ricerca educativa e intende offrire agli studenti proposte all’altezza delle nuove sfide.
Ricchissimo e molto qualificato il gruppo di relatori, esperti e studiosi del mondo accademico e della ricerca didattica: Costantino Esposito, con una prolusione dal titolo “L’io e il digitale: l’impensabile invito”; Pier Cesare Rivoltella e Chiara Panciroli, esperti di didattica e tecnologie dell’istruzione; Giulia Guglielmini, presidente della Fondazione per la Scuola di Torino; Dario Nicoli, sociologo dell’organizzazione dell’Università di Brescia; Fabio Mercorio, ricercatore alla Bicocca di Milano sulle applicazioni dell’intelligenza artificiale nell’istruzione; Damiano Previtali, della direzione generale per gli ordinamenti del ministero dell’Istruzione e del Merito; Sandra Kučina Softić, presidente di Digital Learning Europe e ricercatrice all’Università di Zagabria; Stefano Moriggi e Luca Botturi per approfondire il tema dell’educazione alla cittadinanza digitale.
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