Caro direttore,
in questo periodo, nella scuola italiana sta per consumarsi, all’insaputa dell’opinione pubblica, un vero e proprio atto di “bullismo politico”. Saranno ammessi all’anno successivo molti studenti con numerose e gravi insufficienze, con note disciplinari e diverse assenze fatte nel primo quadrimestre. La decisione diseducativa è stata presa nel primo periodo della Dad con un effetto demotivante sui ragazzi. A seguito dell’atto, irrazionale nella tempistica, i docenti con le lezioni da remoto hanno dovuto dare, nuovamente, le ragioni agli studenti, per evitare la diserzione dall’orario scolastico su piattaforma.
L’esito di quest’azione di forza presa senza sentire il parere degli insegnanti produce ingiustizie e disamore. Gli insegnanti vengono considerati, infatti, non seri professionisti, ma meri esecutori di ordini. Il loro parere non è stato minimamente ascoltato dai seguaci del “Grande Fratello”. In tutto questo, la burocrazia ministeriale ha però provveduto ad “alleggerire” la coscienza dei docenti con due nuovi acronimi: Pai (non le patatine ma il Piano di apprendimento individualizzato) e Pia (Piano di integrazione degli apprendimenti). Le nuove sigle si aggiungono alle altre in uso: Rav, Ptof, Niv, Nev, eccetera. Il nichilismo burocratico, dunque, si unisce, in modo attivo, alle continue esternazioni della ministra con i suoi perenni e snervanti stop and go: plexiglas sì, no, anzi forse.
La scuola e l’Italia meritano davvero di più. Durante la Dad, i miei alunni e non solo hanno commemorato le vittime della mafia (ascolto dell’inno nazionale in piedi), partecipato al Dantedì, approfondito il tema della sicurezza dello Stato in tempo di crisi, ricordato le vittime del Coronavirus, gareggiato a tornei di dibattito argomentato online, frequentato il Gruppo interculturale, lavorato su cosa può farci uscire dal nichilismo, ecc.
A me pare, perciò, che l’invito di Galli della Loggia sulle pagine del Corriere della Sera non debba passare inascoltato. La rinascita dell’Italia passa dalla valorizzazione del ruolo educativo dell’insegnante e del suo lavoro. E certamente dal necessario argine istituzionale all’incompetenza e alla brama di potere. Incarichi di alto profilo devono essere assunti solo da personalità dal curriculum significativo, di grande esperienza e decise a portare avanti l’interesse nazionale. In questo momento la nostra Italia è prigioniera di una disastrosa lobby “della Via della Seta” inesperta e totalmente disinteressata alla crescita educativa dei nostri giovani. Bisogna liberarsi presto: prima che sia troppo tardi.