La metodologia della Scuola “Vladimiro Spallanzani” di Casalgrande (Reggio Emilia) e Sassuolo (Modena), in particolare per quel che riguarda la personalizzazione, è attualmente allo studio dell’Università di Bologna, sotto la direzione del prof. Michele Caputo, docente di pedagogia generale in alcuni corsi di laurea della Scuola di lettere e beni culturali. Caputo è coadiuvato da una ricercatrice che osserva la scuola “dall’interno”, in quanto integrata nell’attività didattica e utilizzata come esperta nelle discipline di carattere storico letterario.



La ricerca dovrebbe condurre al riconoscimento e validazione delle novità introdotte a livello metodologico dalla scuola, che configurano un nuovo modello di sistema formativo.

La Spallanzani, forte ormai di 40 anni di presenza attiva sul territorio, ha infatti avviato, a partire da alcuni capisaldi educativi, un ampio spettro di iniziative volte al rinnovamento della tradizionale metodologia didattica nel primo ciclo di istruzione.



Le linee di sviluppo di tale percorso sono fondamentalmente tre: personalizzazione, laboratorialità, interdisciplinarità. Si tratta di direzioni non indipendenti, ma interconnesse che delineano una nuova forma di scuola.

La personalizzazione è volta a rendere il sistema scolastico pienamente fruibile dalla totalità degli alunni. L’azione principale consiste nella costituzione di gruppi di personalizzazione che operano in parallelo. Si tratta di due o tre gruppi, nell’ambito della stessa classe, di composizione variabile, che lavorano sugli stessi contenuti col supporto di un’assistente educativa. La costituzione dei gruppi di personalizzazione è preceduta da un’attenta osservazione che, nella scuola primaria,  si avvale dell’aiuto di una logopedista amica della scuola. Importanti anche i colloqui dei docenti con gli insegnanti delle scuole di provenienza e l’osservazione permanente e sistematica degli alunni nel corso dell’anno scolastico.



Nella scuola primaria la personalizzazione presenta elementi diversi rispetto alla scuola secondaria in quanto le segnalazioni Bes e Dsa non sono già note all’inizio del percorso, bensì vengono fatte in itinere; il ruolo dell’assistente educativa si delinea quindi nel tempo, a seconda delle necessità che si manifestano conoscendo i ragazzi.

Gli insegnanti curricolari, gli insegnanti di sostegno e le assistenti educative si interfacciano mediante la programmazione comune, che viene condotta a cadenze regolari. È inoltre fondamentale il lavoro del Gruppo di lavoro inclusione (Gli), che si riunisce settimanalmente. Gli incontri del Gli sono un’occasione di confronto non solo sugli alunni che evidenziano difficoltà, ma anche sui temi rilevanti emersi dall’attività didattica.

Spesso il giudizio emerso dall’osservazione iniziale si modifica nel corso del tempo, potendo constatare una progressiva maturazione oppure l’insorgere di diversi ostacoli dovuti, oltre che all’emergenza di problemi di tipo cognitivo, ad eventi di natura socio-familiare che incidono sulla motivazione e la capacità di concentrazione dell’alunno.

Si è osservato che il lavoro nel piccolo gruppo, per quanto limitato ad un numero definito di ore settimanali, migliora le prestazioni degli alunni, incrementa l’apprendimento, facilita l’inclusione, sostenendo l’autostima e rimuovendo stati di ansia dovuti al timore di insuccesso. Essa previene, per gli stessi motivi, anche vari problemi comportamentali.

Lavorando con un numero ristretto di studenti, c’è la possibilità di entrare in profondità negli stili di apprendimento di ciascuno e di guidarlo ad acquisire quegli elementi di metodo che possono condurre a una migliore autonomia in vista degli studi superiori. La cura del metodo fa sì che a volte alcuni degli strumenti compensativi o dispensativi concessi in prima battuta si rivelino nel tempo superflui e possano essere abbandonati.

Per gli alunni certificati dalla legge 104/1992 il sostegno individualizzato è integrato con l’attività curricolare della classe attraverso laboratori che valorizzino le loro capacità nell’ambito del normale sviluppo dei contenuti. Alcuni argomenti vengono presentati alla classe da questi stessi alunni (a volte con l’aiuto di uno o più compagni); gli altri studenti sono invitati ad ascoltare e prendere appunti in quanto i contenuti esposti saranno oggetto di verifica. Ad esempio un’alunna con la sindrome di Down ha il compito di spiegare il folklore dei Paesi europei trattati nelle ore di geografia, con l’aiuto di un compagno (ogni volta diverso) che fa da “traduttore” nei momenti in cui l’esposizione risulta più difficoltosa. In alcune materie gli studenti sono stati invitati a preparare diversi approfondimenti a gruppi, includendo anche gli alunni certificati, e a presentare l’esito del lavoro comune in forma di esposizione o scenetta. Questa modalità costituisce un forte incentivo allo studio oltre che favorire sensibilmente l’inclusione.

Con l’aiuto di un’assistente educativa, due alunne certificate hanno allestito una piccola biblioteca scolastica e sono state incaricate di svolgere alcune semplici attività di gestione (ad esempio classificazione e sistemazione dei libri). Alla biblioteca è legato il progetto “Bookadvisor”: ai ragazzi che prendono in prestito un libro viene chiesto di stilarne una breve recensione guidata e di consigliarne la lettura a uno o più compagni. Le recensioni vengono poi visionate dall’insegnante di italiano e, applicando una semplice forma di token economy, per ogni due libri recensiti i ragazzi ricevono un “bollino” in vista della premiazione alla fine dell’anno scolastico. Il progetto ha riscosso un successo sorprendente: in breve tempo sono stati recensiti 64 libri su 52 alunni.

In una prima media due alunni certificati hanno costruito un buratto, con cui tutta la classe si è poi cimentata in una riproduzione della giostra del Saracino.

Un altro progetto legato al programma di storia ha visto i ragazzi certificati impegnati nella presentazione ai compagni dei vari ambienti di un monastero medievale e nella costruzione di un erbario.

Naturalmente, questo tipo di metodologia richiede una forte sinergia fra insegnanti di classe, di sostegno e assistenti educative. L’obiettivo primario di ciascuna attività di personalizzazione rimane infatti quello di “fare scuola”: tutte le attività si integrano nel programma e hanno un riscontro o sono oggetto di valutazione.

Gli esempi riportati dimostrano come la metodologia laboratoriale sia allo stesso tempo inclusiva e organica al programma, ma richieda anche un approccio interdisciplinare.

Solitamente la programmazione interdisciplinare per le varie classi si articola intorno al programma di storia, in modo da affrontare le varie epoche da diversi punti di vista (letterario, musicale, artistico, eccetera), sincronizzando la trattazione dei diversi programmi. 

Ma la scuola sta sperimentando un’altra forma di interdisciplinarità, che consiste nel focalizzare lo studio su un particolare oggetto, intorno al quale si sviluppa la trattazione delle diverse materie. Ad esempio, in alcune classi è stato realizzato un progetto sul racconto giallo in inglese e in italiano, che, a partire dalla lettura di alcuni testi, dalla visione di film e dall’analisi delle caratteristiche del genere, è stato poi sviluppato in un laboratorio di scrittura creativa a gruppi. Per ogni racconto, nelle ore di arte è stata realizzata una copertina illustrata. Uno dei testi prodotti dai ragazzi sarà infine adattato in forma di sceneggiatura per la produzione di un cortometraggio.

Emerge quindi la necessità di una programmazione che si faccia flessibile per poter accogliere le suggestioni provenienti dall’esperienza.

Molti stimoli giungono dal “tema conduttore” dell’anno, condiviso fra scuola primaria e scuola secondaria. Esso viene lanciato all’inizio dell’anno scolastico e sviluppato nel corso delle varie attività scolastiche.

Quest’anno il tema conduttore è: “In cammino”; in altri anni scolastici i temi conduttori hanno riguardato la bellezza, la sapienza, la libertà, la gioia ed altro.

Circa a metà dell’anno scolastico si svolge poi la settimana laboratoriale, durante la quale tutte le attività in ciascuna classe sono volte alla realizzazione di un progetto articolato a carattere laboratoriale e interdisciplinare, che declina il tema conduttore in vario modo e ne evidenzia i collegamenti con la programmazione curricolare. Si tratta di un’iniziativa preziosa perché rivela la gioia con cui i ragazzi si mettono in gioco con abilità ed entusiasmo, quando possono esprimersi senza i vincoli angusti di una programmazione blindata a compartimenti stagni.

Alcune classi hanno realizzato un progetto legato al viaggio via terra, con speciale riferimento ai viaggiatori medievali. Gli studenti hanno riprodotto gli abiti tipici dei pellegrini dell’epoca e fabbricato un taccuino con copertina in cuoio, sul quale hanno narrato le loro peripezie. Hanno poi realizzato un’armatura da crociato e vissuto l’esperienza dei cavalieri visitando un maneggio.

Altre classi hanno lavorato sul viaggio via mare che ha caratterizzato l’età delle grandi scoperte, riflettendo in particolare sui metodi di orientamento basati sull’osservazione delle stelle. Ogni studente ha realizzato una bussola galleggiante e un sestante, usati poi sperimentalmente sul campo e, come gruppo classe, una riproduzione della volta stellata sulla concavità di una semisfera di polistirolo. Partendo dalla lettura di alcuni brani del romanzo I viaggi di Gulliver, i ragazzi si sono interrogati sul senso metaforico del viaggio e hanno poi vestito i panni di diversi viaggiatori descritti dalla letteratura e dalla cinematografia esplorando le ragioni per cui ciascuno di essi si è messo in cammino.

Gli studenti di altre classi hanno riflettuto infine sul viaggio via cielo a partire da alcuni personaggi celebri che hanno compiuto grandi imprese legate al tema del volo. Pannelli, video e manufatti realizzati diventeranno parte di una mostra interattiva che sarà allestita in occasione della festa di fine anno.

Nella scuola primaria la settimana laboratoriale si è arricchita di testimoni in carne e ossa: Marco Polo per i viaggi via terra, Cristoforo Colombo per i viaggi via mare e Galileo per i viaggi nel cielo stellato. I personaggi, individuati tra studiosi legati in qualche modo alla scuola, si sono presentati in abiti del loro tempo e hanno illustrato i risultati delle loro scoperte insieme al desiderio di conoscere che li ha motivati e allo stupore che li ha invasi nel dilatarsi della conoscenza.

La scuola paritaria può offrire davvero sia alle famiglie che all’intero sistema di istruzione esempi virtuosi di didattica innovativa realmente attenta alla persona.