“È una guerra contro l’Ucraina?”, domanda lo studente di una scuola superiore russa. Pronto, l’insegnante ribatte: “Non è una guerra contro l’Ucraina, ma un operazione speciale di peacekeeping, destinata a fermare i nazionalisti che opprimono la popolazione russofona”.
Il botta e risposta – come ha documentato Angelo Bonaguro su lanuovaeuropa.org il 9 marzo – fa parte dello “schema di lettura” proposto in varie scuole russe dal 1° marzo, sulla falsariga del discorso di Putin del 24 febbraio scorso, con il quale il presidente della Russia spiegava le ragioni dell’invasione dell’Ucraina da parte dell’esercito russo.
In sostanza gli insegnanti danno le motivazioni agli studenti delle scuole medie e superiori della cosiddetta “operazione militare speciale” contro l’Ucraina. Le prime segnalazioni di queste lezioni , riporta Bonaguro, sono arrivate dalle regioni di Mosca, Kaluga, Sachalin, Tula, Omsk.
Lo schema di lezione proposta è quella del dialogo tra insegnante ed alunni, cui vanno ad aggiungersi spezzoni dei discorsi di Putin, e soprattutto, il video di propaganda confezionato dal ministero dell’Istruzione e dedicato ai”Difensori della pace”. Qui conduce in studio la giovanissima Sofija Chomenko, una teenager vincitrice di diversi concorsi canori, che pone domande al giornalista Poluncukov, figura di spicco del Fronte Popolare panrusso (la coalizione che sostiene il governo), il quale a sua volta si avvale dell’esperto di storia militare Petr Iskov. Cinquanta minuti di rilettura storica e di menzogne belle e buone, per cui ad esempio viene negata la responsabilità russa del missile lanciato contro il grattacielo di Kiev, perché “i soldati russi hanno l’ordine di non colpire obiettivi civili”, o che la Russia è stata costretta ad intervenire prima che l’Ucraina la attaccasse con l’appoggio dell’Occidente, e quindi, per disarmarla e portare la pace.
Ai teen-ager delle classi settima e ottava si propone il riassunto della lettura putiniana della storia, secondo la quale “fino al XX secolo lo Stato ucraino non esisteva sulla mappa del mondo, è nato nel 1917 dopo la rivoluzione e fu presto incorporato all’Unione Sovietica”.
Ad esso si aggiungeva la Noverossija (Donetsk e Luhansk) e dopo la grande guerra patriottica, anche le “regioni occidentali”.
L’insegnante è tenuto a raccontare come la Russia avrebbe “sempre sostenuto e assistito l’Ucraina, perché entrambe costituiscono un solo popolo e non ci può essere odio tra i due paesi. Ma purtroppo, nel 2014, in Ucraina c’è stato un colpo di Stato incostituzionale e sanguinoso, durante il quale sono morti molti innocenti, ed è salito al potere un governo filoamericano e, di fatto, questo Stato sovrano è finito sotto “un’amministrazione estera”.
A questo punto è compito dell’educatore mettere in guardia gli studenti dal partecipare alle manifestazioni contro la guerra, e lo fa equiparando i manifestanti a fiancheggiatori di “terroristi” e istigando all’azione “patriottica”. “Qualsiasi guerra è un male, come le ingiustizie e le violenze. Come possiamo fermare il male? Tutti rabbrividiamo alla notizia del mostro di turno che arriva a scuola carico di odio, armi alla mano, deciso a compiere un atto di terrorismo. Cosa dovrebbe fare una persona coraggiosa ed onesta quando sente che un simile mostro si avvicina alla sua scuola? Dovrebbe starsene in disparte e reggere un cartello con su scritto “Io sono per la pace?” O fermare il pazzo che arriva con l’unico obiettivo di uccidere i nostri amici?
Così, ad esempio, una scuola di Sachalin, nell’estremo Oriente, ha inviato una comunicazione specifica ai genitori degli studenti: “I ragazzi sono per natura curiosi e attivi ma, purtroppo, non si accorgono di venire manipolati da adulti senza scrupoli. Un ragazzo può essere indotto a compiere azioni illegali e finire in una situazione incresciosa. Siate il più possibile vigili, interessatevi a ciò che fanno i vostri figli ed evitate il rischio che partecipino ad attività non autorizzate. La scuola e gli ambienti educativi non sono al di fuori della politica e nessuno ha il diritto di coinvolgere i giovani in attività illegali e provocazioni politiche”.
Il modello per la propaganda nelle scuole riporta anche alcune domande che potrebbero porre gli studenti, come: “Perché ci sono operazioni militari?” La risposta fa riferimento all’ampliamento della Nato, dato che “il suo avvicinamento ai confini russi è una minaccia per tutti noi”. C’è stata poi la dolorosa esperienza dell’Iraq, del Libano e della Siria, perciò conviene distruggere un paese sovrano per difendersi preventivamente. Era possibile fare a meno dell’azione militare contro l’Ucraina, potrebbe chiedere qualche studente? L’operazione speciale di peace-keaping, gli verrà risposto, è una misura imposta per “salvare le persone della stessa Ucraina”, come del resto indicato da Putin nel citato discorso.
Rispetto ad eventuali domande sulle conseguenze delle sanzioni economiche la linea adottata è quella dell’ottimismo tronfio: le sanzioni rappresenterebbero una sfida positiva, stimolerebbero la produzione autarchica, “sono un incentivo per la scienza, per l’industria, per l’informatica russe”.
Ma nella realtà russa non vi sono solo insegnanti e scuole schierate con Putin. Infatti, come è riportato dal sito di insegnanti italiano Diesse Lombardia, un’amica, che per motivi sia professionali che personali è in contatto con persone russe e ucraine, ha scritto quanto segue. “Ciao! Ho tradotto la lettera aperta scritta da alcuni insegnanti russi e indirizzata a Putin, nella quale si chiede il cessate il fuoco. La lettera è stata scritta il 24 febbraio ed è circolata inizialmente come google form. In totale sono state raccolte 4.951 firme di insegnanti russi, più 106 da altri paesi del mondo. Oggi ci ho messo un un po’ a ritrovare il testo per tradurlo: qualche giorno fa, infatti, è stato rimosso dal sito (russo), perché la ‘legge contro le fake’, adottata il 4 marzo, prevede che appelli contro la guerra possono essere puniti con sanzioni amministrativi o penali. Nel sito sono stati aggiunti invece dei contatti a cui rivolgersi per chiedere un consulto legale qualora si venga minacciati dai propri datori di lavoro per aver firmato la lettera. Ecco il testo in italiano: ‘Qualsiasi guerra significa vittime e distruzione. Inevitabilmente comporta enormi violazioni dei diritti dell’uomo. La guerra è una catastrofe. La guerra con l’Ucraina, iniziata la notte tra il 23 e 24 febbraio, non è la nostra guerra. L’invasione del territorio dell’Ucraina è iniziata nel nome del popolo russo, ma contro la nostra volontà. Noi siamo insegnanti e la violenza va contro l’essenza stessa della nostra professione. Nell’inferno della guerra moriranno i nostri studenti. La guerra inevitabilmente condurrà ad un aggravarsi dei problemi sociali del nostro paese. Sosteniamo le proteste contro la guerra e richiediamo un immediato cessate il fuoco’”.
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