Il prof. Bianchi arriva a insegnare in un liceo di provincia e, com’è suo costume, cerca di dare il meglio nelle cinque classi che gli sono assegnate all’inizio dell’anno scolastico. Tenta anche di schivare il più possibile le varie attività (soprattutto pomeridiane) a cui le scuole sembrano non potersi più sottrarre, sia perché vive a circa 30 km dall’istituto, sia perché gli pare che cercare il tempo per preparare le lezioni sia la cosa fondamentale.
L’anno scorre in modo un po’ contraddittorio: non mancano le incomprensioni e le difficoltà, soprattutto in un paio di classi, ma in generale gli alunni nell’arco dei nove mesi sembrano migliorare. Il prof. Bianchi salta solo un paio di giorni per malattia.
Un paio di settimane prima della fine della scuola, alcuni ragazzi lo invitano alla festa di fine anno che, gli comunicano, si svolgerà in cortile la penultima mattina di scuola.
Il prof si scusa: “Mi spiace, ragazzi, ma è il mio giorno libero e non potrò esserci”. Gli alunni insistono, ma lui è irremovibile: “Ho altri impegni”.
Arriva l’ultimo giorno di scuola: il prof. Bianchi entra nei locali del liceo e subito una bidella lo ferma: “Lei ieri non era alla festa”. “Aiuto!”, pensa, “mi hanno già colto in fallo…”. E cerca di giustificarsi: “Beh, non ce l’ho fatta… Era il mio giorno libero…”. E la bidella: “Quella è per lei”, indicando una corona di carta con la scritta “Mr. Prof”. Ha vinto un premio (in contumacia!) attribuito dai ragazzi del liceo. “Non mi aspettavo che vincesse lei”, conclude la bidella. Grande fiducia! Ringraziato il cielo per aver evitato la pubblica premiazione, contento e stupito il prof. Bianchi entra in classe e porta a termine l’anno scolastico.
Qualche mese dopo, cambiato istituto, il prof viene a sapere che il dirigente scolastico ha erogato il bonus per i docenti meritevoli, secondo i criteri “oggettivi” che aveva delineato in un precedente Collegio dei docenti. Sono state premiate decine di colleghi (all’incirca tre quarti del corpo docente dell’istituto). Soprattutto quegli insegnanti che si sono impegnati in “progetti” di tutti i tipi, a volte molto brevi, spesso rimanendo a scuola anche il pomeriggio (e saltando magari qualche mattina, aggiungerebbe malignamente qualcuno…). È il cosiddetto “metodo di assegnazione a pioggia”.
Ha avuto il bonus anche il bravissimo collega che si è occupato di insegnamento della lingua italiana a studenti stranieri, ma per problemi di salute è stato assente per tutto il mese di maggio, lasciando le proprie classi nel limbo delle supplenze temporanee.
Il Mr Prof designato dagli alunni del liceo, ovviamente, è rimasto a bocca asciutta. Per lui niente “pioggia”. Si tiene stretta la corona di carta.