Riccardo ci sperava proprio, ma gli esiti dell’anno scolastico erano stati inflessibili, non gli era stato abbuonato nulla, aveva due insufficienze, una in matematica e una in storia, e si erano trasformate in due debiti, che avrebbe dovuto recuperare a settembre dopo i corsi estivi di recupero in matematica, perché in storia era improponibile un corso di recupero, doveva semplicemente studiarla.
Sua madre aveva ricevuto per prima la notizia dei due debiti dal registro online cui era stata molto attenta in quei giorni, perché stava sulle spine per l’esito finale e non senza qualche speranza che Riccardo potesse evitare almeno storia.
Quando aveva letto i voti e il giudizio finale di rimando a settembre le era scattata una rabbia dentro, poi si era precipitata nella camera del figlio e gli aveva detto un incontrovertibile “Tutto come previsto! Ora dovrai passare l’estate sui libri!”.
Non gli aveva detto nient’altro, il giudizio era chiaro e non servivano tanti commenti. Lo stesso aveva fatto suo padre con una telefonata dal lavoro.
Riccardo cosa poteva dire? Nulla, se non che avevano ragione. Il debito di storia poi era ingiustificabile, era responsabilità tutta sua, sarebbe bastato un po’ di studio in più per evitarlo, ma ormai era inutile fermarsi ad analizzare la questione. La situazione non sarebbe cambiata di certo riflettendoci sopra.
La sera Riccardo aveva parlato a cena della questione dei debiti e aveva promesso di impegnarsi con tutte le sue energie per poter ottenere un risultato soddisfacente. Suo padre e sua madre lo avevano ascoltato e gli avevano semplicemente detto che era responsabilità sua uscirne alla meglio.
Poi d’improvviso nel dialogo, che non portava molto lontano, sua madre a bruciapelo gli aveva chiesto: “Ma non hai un momento che tu possa ricordarti in cui ti è piaciuto studiare? O non ricordi un insegnante che ti abbia fatto appassionare a una materia?”.
Riccardo era rimasto qualche attimo in silenzio, non capiva dove sua madre volesse arrivare. Tutto era stabilito, il programma da fare, i corsi da seguire e gli esami a settembre, a che pro quella domanda?
Riccardo però era curioso di capire dove lo portasse la domanda di sua madre.
“Sì, ricordo alcuni momenti ben precisi, un insegnante del centro di aiuto allo studio in cui sono andato quest’anno mi ha appassionato alla matematica. Mi ricordo il lavoro con lui, era un uomo appassionato che mi aveva smosso, battendo le mie resistenze”.
“Bene, riparti da lui!” aveva sentenziato la mamma senza batter ciglia, certa di quello che stava suggerendo.
“Lui? Ma io devo fare il corso di recupero con un insegnante della scuola, lui non c’entra nulla” aveva obiettato Riccardo.
“Non ti sto dicendo di non fare i corsi di recupero a scuola, ti sto suggerendo di impostare l’estate in rapporto a quel volontario che ti ha tanto appassionato. Se lo farai, seguirai con più passione anche i corsi di recupero”.
Riccardo ci pensò su, e vide aprirsi uno spiraglio. Doveva tornare dov’era stato inizialmente aiutato, anche se poi non aveva continuato.
Il giorno dopo Riccardo andò al centro di aiuto allo studio e chiese del volontario di matematica. Era per l’appunto là e stava aiutando dei maturandi.
“Come è andata?” gli aveva chiesto e lui, abbassando la testa, disse due parole: “Matematica, storia”. “Può aiutarmi?” chiese a bassa voce, consapevole di averlo in qualche modo deluso.
“Certo! Vedrai che farai cose grandi” gli disse quello, guardandolo fiducioso.
“Anche se durante l’anno sono venuto sì e no?” si era schermito Riccardo, di fatto confessando il suo errore.
“Oggi sei venuto da me, io riparto da questo, tu hai avuto di nuovo fiducia in me, io ce l’ho in te” disse il volontario.
Quello sguardo valeva più dei due debiti, e Riccardo senti di poter ricominciare.
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